POZZALLO (RAGUSA) – La nave della Ong ProActiva Open Arms, dopo avere salvato il 15 marzo scorso 218 migranti, ha «agito con l’unico scopo di approdare in Italia, benché ciò non fosse necessario né imposto dalla situazione», mentre «avrebbe dovuto attenersi alle indicazioni fornite, in maniera tempestiva e reiterata da Roma, come prevede il Codice di autoregolamentazione» firmato col Viminale. E’ l’accusa della Procura distrettuale di Catania all’organizzazione spagnola che “non ha rispettato la competenza nell’intervento operando in Sar libica» e inoltre «non ha seguito le indicazioni» arrivate dai comandi delle capitanerie di Spagna e Roma di «chiedere di potere sbarcare a Malta, porto più vicino» e che «sarebbe stato un approdo comodo e sicuro per le vite dei migranti». E per queste «decisioni arbitrarie concordate con la sede spagnola della Ong» i magistrati contestano l’associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina al comandante della nave, Marc Reig Creus, di 42 anni, e alla capo missione, Ana Isabel Montes Mier, di 31 anni, in concorso con Gerard Canals, e con il coordinatore della Ong, da identificare, che ha dato le indicazioni al capitano. Accuse respinte dall’organizzazione spagnola. E mentre sulla nave, bloccata nel porto di Pozzallo perché sottoposta a sequestro preventivo, c’è un silenzio surreale, Canals, da Barcellona attacca: «Proteggere la vita umana dovrebbe essere la priorità assoluta di tutti e invece hanno inventato il crimine di solidarietà…». E affonda sull’Italia: «hanno vinto Lega Nord e Cinque Stelle, che sono la destra estrema ed hanno le posizioni più xenofobe e dure sull’immigrazione». «Temiamo che la nave sarà trattenuta» a Pozzallo – agiunge – ma «non ci sono arresti» e la Proactiva continuerà a lavorare con «un’altra barca».
La ricostruzione dei fatta dall’Ong è contestata dai Pm che nel decreto di sequestro preventivo citano i rapporti intercorsi tra la nave e i centri coordinamento di soccorso di Malta, Spagna e Italia. Un intrigo “internazionale” che, secondo l’accusa, parte dal disobbedire all’indicazione di lasciare operare i militari libici, con la «scusa» di «non potere richiamare i gommoni di soccorso» da parte dell’Ong perché «le riceventi erano guaste». E la rotta della nave che punta a Nord: “verso Italia che è il loro vero obiettivo». E mentre il sindaco di Barcellona, Ada Colau, dichiara che il Comune è disposto a fornire supporto legale a Proactiva Opens Arms perché l’incidente con l’Ong è «la cosa più seria che sta accadendo ora in Europa», dall’Ue si sottolinea che sui salvataggi dei migranti in mare «c’è un codice di condotta italiano che punta ad evitare queste situazioni» e si chiede «a tutte le parti, in futuro, di rispettarlo». E se Podemos chiede al premier spagnolo, Mariano Rajoy, un intervento sul presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per fare rilasciare la nave che “ha salvato persone che morivano nel Mediterraneo», è molto più cauto il commento del ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis: «Dobbiamo chiarire – dice da Bruxelles – quali siano le accuse nei confronti dell’Ong e quali giustificazioni abbia l’organizzazione». Esulta, invece, Matteo Salvini, «Finalmente un Procuratore italiano blocca il traffico di esseri umani!», ma per Amnesty international Europa «le autorità italiane hanno mostrato uno spericolato disprezzo per la comune decenza».
Intanto la Procura di Trapani si avvia a chiudere il primo filone d’indagine sui presunti rapporti tra Ong e trafficanti di esseri umani che, nell’agosto del 2017, ha portato al sequestro della nave «Iuventa», appartenente alla tedesca Jugend Rettet.
Sul sequestro preventivo disposto dalla Procura distrettuale di Catania della nave della Ong ProActiva Open Arms, su indagini della squadra mobile di Ragusa, dello Sco di Roma e della guardia costiera, deciderà il Gip, al quale il provvedimento dovrà essere depositato entro domani. Il giudice avrà poi 10 giorni per decidere.