RAGUSA – Gli interrogatori ai genitori, ad alcuni testimoni e al cittadino indiano Ram Lubhay, accusato del tentativo di rapimento di una bambina di 5 anni, hanno permesso di ricostruire i concitati minuti vissuti martedì scorso nel lungomare della Lanterna di Scoglitti (Ragusa). Da fonte investigativa si apprende che a dare l’allarme chiamando i carabinieri della stazione di Scoglitti è stato un amico dei genitori preoccupato per l’atteggiamento dell’indiano che aveva preso in braccio la bambina e che l’ha tenuta per non più di 45 secondi, non allontanandosi per più di 10 metri.
Una versione che sarebbe stata confermata nella loro deposizione dai genitori adottivi della bimba. Non a caso sulla scorta di queste dichiarazioni nel rapporto inviato alla Procura di Ragusa dai carabinieri, il pm ha ritenuto di non confermare il fermo operato dai militari e di denunciare in stato di libertà l’indiano per tentativo di sequestro di persona e sottrazione di minore. Due ipotesi di reato per cui la legge non prevede la custodia cautelare. Tra l’altro l’indagato non si è mai allontanato da Vittoria, pur essendo uno senza fissa dimora. Il suo abituale lavoro è quello di fare tatuaggi all’henné in spiaggia ai bagnanti e a volte l’uomo si ferma a dormire sugli arenili anche la notte.
Ieri i carabinieri hanno avuto difficoltà a rintracciarlo, non avendolo trovato lungo il litorale a fare tatuaggi, perché la sera prima aveva fatto tardi e bevuto qualche bicchiere di troppo e per questo aveva riposato all’interno di un casolare occupato da extracomunitari, sempre a Scoglitti.