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Scicli, le piattaforme petrolifere la battaglia dei trib uti persi

Di Concetta Bonini |

In mezzo c’è la piattaforma Vega, al largo delle coste iblee, l’unica in Italia a cui la Guardia di Finanza abbia mai fatto un accertamento, circostanza che ha consentito al Comune di Scicli di avanzare una richiesta di 53 milioni di euro alla Eni-Edison, com’è oggetto di una trattativa in cui il Comune è assistito da un importante studio legale de L’Aquila.

La matassa in questi giorni dovrà essere sbrogliata anche perché quello che è stato da più parti considerato un “regalo” del Governo alle piattaforme offshore potrebbe mandare pancia all’aria il bilancio del Comune di Scicli, così come di altri Comuni siciliani: “Se anche applicassimo la sentenza della Corte di cassazione – spiega il sindaco di Scicli Enzo Giannone -, facendo pagare le tasse decurtate degli interessi, non scenderemmo sotto i 20 milioni di euro. Se invece queste somme venissero a mancare del tutto al bilancio del Comune, ci troveremmo improvvisamente in grandissima difficoltà. Le scelte del Governo Renzi prima e Gentiloni poi nei confronti di queste piattaforme sono sempre state chiare, ora però sono i Comuni a risultarne gravemente penalizzati. Per questo sia il nostro Comune sia quello di Gela hanno interpellato immediatamente l’Anci, che ha già preso una posizione ufficiale nei confronti del Governo Gentiloni”.

La battaglia del Comune di Scicli per ottenere il credito vantato per la piattaforma Vega si è fatta serrata sotto l’amministrazione Giannone, tanto che proprio lo scorso 7 aprile c’è stato a Roma un incontro tra l’amministrazione comunale, assistita dai propri avvocati, e la Edison: “Ma non siamo arrivati – spiega Giannone – all’accordo che avremmo voluto, dal momento che permangono difficoltà di interpretazione sugli importi che ci spettano. Ringrazio – conclude Giannone – il gruppo parlamentare di Articolo 1, guidato dall’on. Roberto Speranza, per l’immediato intervento presso il presidente del Consiglio, che evidenzia il grave danno economico che una norma di interpretazione autentica finalizzata alla detassazione, con effetto retroattivo, comporterebbe sulla finanza degli enti locali interessati, e quindi sui servizi e sugli investimenti già programmati, trattandosi di risorse economiche relative agli anni dal 2011 al 2016 e quindi correttamente previste e contabilizzate”.

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