Sbarchi, procura Ragusa chiude indagini per due della Open Arms

Di Redazione / 11 Dicembre 2018

POZZALLO (RAGUSA) – La Procura di Ragusa ha emesso un avviso di conclusione indagini sullo sbarco, il 16 marzo scorso, di 216 migranti a Pozzallo, nei confronti del comandante della nave Proactiva Open Arms, Marc Reig Creus, di 42 anni, e della capo missione Ana Isabel Montes Mier, di 31 anni. I reati ipotizzati sono violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Procura di Ragusa ha individuato come parte lesa il ministero dell’Interno.


La nave della Ong spagnola fu sequestrata dalla Procura distrettuale di Catania che ipotizzava il reato di associazione per delinquere. Il provvedimento fu confermato dal Gip che escluse però l’associazione criminale e trasmise gli atti a Ragusa competente per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il gip ragusano rigettò però la richiesta di sequestro della Procura. Decisione poi condivisa dal Tribunale del riesame di Catania. Due precedenti, quest’ultimi, che facevano ritenere ai legali dei due indagati, gli avvocati Alessandro Gamberini e Rosa Lofaro, che «vi fosse una ragionevole presa d’atto della necessità di archiviare la vicenda». I due penalisti definiscono le contestazioni mosse ai loro assistiti «estratte dal grande cappello dei reati previsti dal codice penale». «In modo, ci permettiamo di dire, stupefacente – sostengono – li si accusa di violenza privata, per aver costretto l’autorità marittima italiana a dar loro un porto di sbarco per i migranti che avevano raccolto in mare, il porto di Pozzallo dove sbarcarono». E contestano l’indicazione del Viminale come parte lesa, scelta che tradirebbe «una precisa ispirazione culturale», «invece della Presidenza del Consiglio o del ministro dei Trasporti».


Per il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, e il sostituto Santo Fornasier, la violenza privata si sarebbe consumata in tre momenti diversi. Il primo, si legge nell’avviso conclusione indagini, nell’avere «disatteso le istruzioni date loro dal comando Imrcc di Roma di non intervenire in occasione dell’evento Sar» e «nell’avere effettuato comunque il soccorso imbarcando, altri» migranti. Poi quando la nave è giunta «in prossimità del vicino porto di La Valletta per effettuare lo sbarco medico di alcuni migranti», nell’avere «omesso di chiedere alle autorità maltesi l’organizzazione dello sbarco, ovvero l’indicazione di un porto sicuro», nonostante fossero stati «sollecitati sia dalle autorità italiane che spagnole». Infine nell’avere «deciso di dirigersi verso le acque territoriali italiane, costringendo le autorità italiane a concedere loro l’approdo in un porto sicuro».
Il favoreggiamento personale dell’immigrazione clandestina, per la Procura, si configura nel momento dello sbarco a Pozzallo per avere «favorito l’ingresso in Italia di 216 cittadini extracomunitari» con «l’aggravante di avere commesso» la violenza privata per eseguire il favoreggiamento. 

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Tag: conclusione indagini migranti pozzallo procura sbarco