Ragusa, un successo la rappresentazione de “Il berretto a sonagli”

Di Redazione / 23 Dicembre 2024

Applausi per minuti, alla fine della rappresentazione, hanno testimoniato il grande apprezzamento del pubblico presente, sabato sera al teatro Duemila di Ragusa, all’interpretazione di Enrico Guarneri e degli altri attori della compagnia diretta da Guglielmo Ferro che ha portato in scena un classico di Pirandello, “Il berretto a sonagli”, con grande attenzione e scelta dei registri sul palco ben calibrata, tanto da fare rimanere incollati gli spettatori presenti dal primo all’ultimo minuto. E’ stata una soluzione accorta quella di Ferro che ha saputo sprigionare l’intima essenza di questo celebre lavoro teatrale. Fino a fare decretare dai presenti l’ennesimo successo di questa stagione voluta dall’associazione culturale C&M con la direzione artistica di Carlo Nobile. Ma non solo Guarneri. Anche Nadia De Luca, nel ruolo di Beatrice, ha saputo catalizzare l’attenzione.

“Le figure femminili in Pirandello – spiega il regista – hanno spesso ruoli complessi e ambivalenti, riflettendo le tensioni della società patriarcale siciliana. La donna, nelle sue opere, è spesso intrappolata tra le aspettative sociali e il desiderio di una vita autentica. In “Il berretto a sonagli”, Beatrice non sfugge a questa logica. Essa è l’incarnazione della moglie tradita che cerca giustizia e verità, ma è anche vittima della stessa società che impone il silenzio e la sottomissione. Pirandello rappresenta la donna come un elemento destabilizzante dell’ordine sociale. Spesso, nelle sue opere, le donne si ribellano, talvolta in modo inconsapevole, alle rigide norme patriarcali. Questo crea conflitti tragici. In Pirandello, le donne sono portatrici di una verità nascosta, di una profondità emotiva che mette in crisi l’apparenza e la stabilità di un mondo regolato da leggi sociali maschili e formali. Se Beatrice è un simbolo di ribellione contro il sistema delle maschere sociali, capace di portare alla luce la verità nascosta sotto le apparenze, Ciampa è la perfetta incarnazione pirandelliana sulla tensione tra essere e apparire, una battaglia interna tra la realtà intima dell’individuo e le aspettative sociali che lo costringono a recitare un ruolo”.

E poi c’è lui, Ciampa, il protagonista. “Deve sapere che abbiamo tutti come tre corde d’orologio in testa. La seria, la civile, la pazza…dovendo vivere in società, ci serve la civile…ci mangeremmo tutti, signora mia, l’un l’altro, come tanti cani arrabbiati. Non si può. E che faccio allora? Do una giratina così alla corda civile. Ma può venire il momento che le acque si intorbidano… se poi non mi riesce in nessun modo, sferro, signora, la corda pazza, perdo la vista degli occhi e non so più quello che faccio”.

L’annuncio del personaggio più complesso de “Il berretto a Sonagli” esprime la sua originale teoria sulle relazioni sociali: l’uomo deve necessariamente barcamenarsi tra i suoi istinti primordiali e le regole morali imposte dal vivere in società. Se non si raggiunge un equilibrio tra queste componenti si arriva alla follia. Ma per comprendere appieno l’essenza di questo ragionamento bisogna far riferimento al concetto ricorrente di “pupo” oppure “maschera” che il grande scrittore siciliano mette a fondamento del suo pessimismo. E, in questo caso, Guarneri ha saputo rendere al meglio il tormento del personaggio.

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Pubblicato da:
Giorgio Liuzzo