Ragusa, truffarono centinaia di risparmiatori, condannati 4 promotori finanziari

Di Salvo Martorana / 29 Novembre 2019

Quattro patteggiamenti omologati, un non luogo a procedere e quindici rinvii a giudizio davanti al Tribunale collegiale di Ragusa per il 3 marzo 2020. Questa la sentenza emessa nel processo nato dall’operazione “Money Never Sleeps”, ovvero il denaro non dorme mai, messa a segno nel 2011 dai militari della Guardia di Finanza di Ragusa.

L’udienza è iniziata con le ultime due arringhe dei difensori degli imputati. Gli avvocati Gianluca Gulino e Giuseppe Cristiano. Davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale si è rievocata una truffa milionaria messa a segno a Vittoria ai danni di centinaia di risparmiatori. A patteggiare la pena sono stati i tre imputati accusati del reato associativo. Si tratta del vittoriese Gerlando Termini, di 49 anni che ha concordato una pena pari a tre anni e quattro mesi di reclusione; Rocco Guardabasso, acatese di 65 anni, e Tommaso Leone, nato a Piazza Armerina, residente a Ragusa, 38 anni, che hanno chiesto ed ottenuto l’applicazione della pena pari a 2 anni e 10 mesi di reclusione. I tre erano stati raggiunti otto anni fa da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica per i reati di associazione per delinquere a scopo di distrarre somme raccolte dai risparmiatori per un totale di otto milioni e mezzo di euro e del reato di riciclaggio.

La pena patteggiata tra il pubblico ministero Marco Rota e la difesa dei tre, quindi, è stata ritenuta congrua e convalidata dal giudice. L’indagine, condotta dalle Fiamme Gialle, è iniziata nel marzo 2011 a seguito delle prime denunce di alcuni risparmiatori che avevano visto sparire le cospicue somme da loro affidate ai promotori finanziari riuniti nella società vittoriese Technical&Trend. I tre imputati principali sono stati difesi dagli avvocati Enrico Platania, Giovanni Riccotti La Rocca, Antonio Impellizzeri e Daniele Scrofani.

Le truffe sarebbero iniziate tra gli anni 2008 e 2009. Oltre ai tre accusati del reato associativo davanti al Gup – come detto – c’erano anche altre 17 persone accusate di riciclaggio di denaro. Una di loro, S.G., 68 anni, di Vittoria, difesa dall’avvocato Maria Rita Iacono, ha patteggiato un anno e tre mesi con la sospensione condizionale della pena. Un’altra, A.R., 37 anni, ragusana, difesa dall’avvocato Gianluca Gulino, è stata prosciolta. Gli altri quindici saranno processati per riciclaggio. A giudizio anche decine di parte civili rappresentate dagli avvocati Michele Sbezzi, Enzo Cavallo, Carlo Pietrarossi, Valerio Palumbo e Livio Mandarà. Il Gup ha condannato gli imputati al pagamento delle spese sostenute delle parte offese per la costituzione di parte civile. Per ottenere il risarcimento danni le vittime dovranno rivolgersi al Tribunale civile. La difesa delle parti offese ha chiesto il sequestro conservativo delle somme rinvenute durante le indagini, circa due milioni di euro.

Sono ben 221 le persone che hanno denunciato gli imputati per truffa. Tra le parti offese anche il curatore del fallimento della Techical & Trend Global Finacial Service srl. Per mettere a segno il raggiro ai clienti venivano prodotti falsi reports attestanti l’andamento positivo degli investimenti che dovevano avvenire su piattaforme bancarie del mercato “forex” (acquisto e vendita di valute estere), site al di fuori dei confini nazionali e gestibili esclusivamente per via telematica, maturando, sulla carta, interessi decisamente superiori a quelli dei mercati tradizionali (investimenti in borsa o titoli di Stato, ad esempio). A questo scopo, i clienti aprivano appositi conti correnti telematici, la cui gestione era demandata completamente ai promotori finanziari finiti sotto processo. Dalle indagini è emerso, invece, che le somme solo in minima parte venivano investite, comunque con pessimi risultati, mentre per la maggior parte erano impiegate dagli imputati per fini esclusivamente privati o nascosti nei conti bancari delle altre diciassette persone a giudizio. Tra di loro anche un paio di pensionate che avevano messo a disposizione i propri conto titoli, rimediando la denunciata per riciclaggio. A una di loro nel conto sono stati trovati 173 mila euro, a un altro pensionato ben 260 mila euro, a un cinquantenne 200 mila euro, a un altro 150 mila euro; tutte somme i cui titolari dei conti non hanno saputo spiegare la provenienza.

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