Ragusa, preoccupa l’epidemia di Blue tongue

Di Redazione / 05 Novembre 2024

Sta suscitando particolare preoccupazione tra gli allevatori iblei l’epidemia di Blue tongue, che da luglio ad oggi sta interessando diverse aziende zootecniche della nostra provincia. Non è certo la prima volta che questa malattia fa la sua comparsa nella nostra isola, ma questa volta il sierotipo di virus che la provoca si sta dimostrando particolarmente aggressivo, colpendo non solo gli ovini, come avveniva in passato, ma estendendo la sua azione dannosa anche agli allevamenti bovini. Le conseguenze? Negli ovini mortalità elevata, soprattutto degli agnelli, e nei bovini calo significativo della produzione di latte con  grave danno economico delle aziende colpite, che va ad aggiungersi ad una situazione già particolarmente pesante, a causa della perdurante siccità. Il timore di un allargarsi della malattia a zone finora indenni e le ripercussioni negative che possono abbattersi sul comparto zootecnico, ha portato alcune organizzazioni di categoria degli allevatori tramite il consigliere Salvatore Battaglia a chiedere un confronto sull’andamento della malattia e sulle misure prese, invitando allo stesso tavolo l’assessorato allo Sviluppo economico e il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria.

L’invito prontamente accolto si è concretizzato in un incontro svoltosi alla presenza dell’assessore allo Sviluppo Economico Giorgio Massari e del Direttore del Dipartimento Giuseppe Arestia, assieme ai dirigenti medici veterinari sanità animali Roberto Turlà, Vincenzo Aurnia e Salvatore Parrino.

Agli allevatori è stato presentato un quadro dettagliato ed esaustivo dell’andamento della malattia nella nostra provincia, e sono stati forniti  anche strumenti conoscitivi per cogliere i primi segni della malattia e poter quindi intervenire. È stato chiarito che la malattia (Blue tongue o Febbre catarrale degli ovini e dei bovini) non comporta alcun rischio per l’uomo, non si contagia da animale ad animale, ma viene trasmessa da particolari insetti ematofagi, che, al pari delle comuni zanzare, nutrendosi di sangue e pungendo, trasferiscono il virus da capi malati ad altri capi, diffondendo così la malattia. Sono state illustrate le misure di contrasto messe in campo, sulla base delle linee guida nazionali, che prevedono la limitazione delle movimentazioni di animali dalle zone interessate, il trasporto degli animali solo nelle ore in cui è minima la presenza degli insetti (8-15) e la lotta a questi ultimi attraverso impiego di insetticidi e insetto-repellenti.

L’interesse dei partecipanti si è inoltre ampiamente soffermato su altre misure di contrasto e fra queste principalmente sulla vaccinazione dei capi, per la quale è stato richiesto al Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, di proseguire nello sforzo, già avviato, di reperire il vaccino, già largamente utilizzato in altre regioni e di poter concordare le procedure per una possibile vaccinazione a richiesta degli allevamenti bovini ed ovini. Altro punto importante emerso dalla discussione è stato anche il possibile ristoro economico per gli allevatori le cui  aziende vengono colpite dalla malattia.

Al riguardo l’assessore allo Sviluppo economico, Giorgio Massari, ha dichiarato che “la diffusione della blue tongue, sta provocando danni consistenti agli allevamenti ragusani sia ovini che bovini, legati alla mortalità dei capi, ma anche alla produzione del latte, alla diminuzione della riproduzione animale anche per rischio di aborti, oltre all’aumento dei costi della profilassi: vaccini, repellenti per le zanzare. Necessario sarà il sostegno veterinario per gli allevamenti coinvolti, attraverso l’assunzione anche a tempo determinato di medici veterinari. Per questi motivi sarà necessaria una interlocuzione diretta con la Regione e con gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità, per mettere in campo un pacchetto di aiuti agli allevatori ragusani e di tutta la Sicilia, alla luce del fatto che questa malattia non rientra tra quelle previste nella legge 218/88 per le quali è già previsto un ristoro economico”.

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Pubblicato da:
Giorgio Liuzzo