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Ragusa, il marchese di Ruvolito colpisce nel segno

Il nuovo appuntamento de La Stagione del sorriso al Perracchio baciato dal successo

Di Redazione |

Risate, spensieratezza e divertimento. Sono stati gli ingredienti forti di una domenica all’insegna del teatro comico che, al Marcello Perracchio di Ragusa, ha visto in scena la divertente commedia “Il marchese di Ruvolito” di Nino Martoglio nell’ambito de La Stagione del sorriso promossa da Teatro in primo piano. Il nuovo adattamento firmato da Antonello Capodici ha contemplato come protagonista l’esilarante Gino Astorina, con Francesca Agate, Alfio Belfiore, David Cannavò, Lucia Debora Chiaia, Fabio Costanzo, Turi Giordano, Barbara Gutkowski, Eleonora Musumeci, Eduardo Saitta, Katy Saitta, Salvo Saitta e Aldo Toscano. La trama dell’opera ruotava attorno alla figura del marchese, un personaggio astuto e affascinante, un blasonato aristocratico ridotto sul lastrico, senza più un soldo e con la sua grande e lussuosa dimora pignorata.

Lui, nobile, si è dovuto confrontare con una nuova società fatta da arricchiti e affaristi, da nuove figure e classi sociali disposte a tutto pur di possedere un titolo nobiliare, uno stemma che identifichi “sangue blu” anche quando non vi sia realmente un prestigioso lignaggio. Tra divertenti siparietti ed esilaranti malintesi, il ruolo del furbo e ingegnoso marchese, scaltro e abile conoscitore dell’aristocrazia, è stato fondamentale nel risolvere il dramma amoroso di due giovani innamorati. Il grande Gino Astorina, mattatore della comicità catanese, ha vestito alla perfezione i panni del marchese di Ruvolito. Gli spettatori presenti sono stati conquistati dal sarcasmo dell’opera di Nino Martoglio e dalla sfaccettata umanità dei personaggi in scena, il tutto esaltato dalla regia di Capodici, offrendo lo spaccato vero di una società che richiama i primi anni del ‘900, ma per certi versi ancora presenti nella nostra. Un’altra rappresentazione contrassegnata dal sold out che ha riscosso grande interesse e che, soprattutto, ha consentito di sviluppare quell’empatia tra il pubblico e gli attori che in casi del genere consentono a un’opera teatrale di risultare ancora più riuscita.

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