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Ragusa, convalidato il fermo del siriano

Ragusa, convalidato il fermo del siriano sospettato di essere un terrorista dell’Isis

Nei messaggi Whatsapp le prove dell'appartenenza ai jihadisti

Di Redazione |

CATANIA – È stato convalidato dal Gip di Catania, Daniela Monaco Crea, il fermo del siriano di 20 anni, sbarcato il 4 dicembre scorso a Pozzallo (Ragusa), e accusato di avere collegamenti con cellule della jihad. Il giovane è indagato per partecipazione e associazione per delinquere con finalità di terrorismo anche internazionale. Secondo la Procura di Catania farebbe parte a un gruppo armato affiliato all’Isis di matrice integralista islamica. Il Gip ha emesso nei suoi confronti un ordine di custodia cautelare in carcere.

Il ventenne siriano era arrivato a Pozzallo, nel Ragusano, sulla nave lussemburghese Bourbon Argos il 4 dicembre scorso che aveva soccorso 523 migranti nel canale di Sicilia, che erano su un gommone e un barcone. Lui era su quest’ultima imbarcazione, proveniente dalla Libia, come passeggero. È stato fermato dopo indagini eseguiti dalla squadra mobile della Questura di Ragusa, poi delegate alla Digos Iblea e alla polizia postale di Catania.

Al ventenne sono stati sequestrati dei telefoni cellulari, alcuni di ultima generazione. Dai primi controlli è emersa la presenza di immagini che, secondo la Procura distrettuale di Catania, “facevano ritenere possibile la vicinanza dell’indagato a gruppi armati affiliati all’Isis e combattenti in Siria”. Dai successivi accertamenti eseguiti dalla Digos di Ragusa e dalla Polizia postale di Catania “emergevano ulteriori files video e audio che – ritiene la Dda etnea – corroboravano il quadro indiziario nel senso dell’appartenenza dell’indagato a un gruppo armato affiliato all’Isis di matrice integralista islamica”.

Sarebbero stati i file audio e video, messaggi inviati utilizzando social network, ma principalmente su WhatsApp, a accusare il ventenne siriano. Dagli esami compiuti dalla polizia postale emergerebbe che il giovane aveva contatti con gruppi armati dell’Isis e combattenti in Siria. Non è emerso qual è il suo ruolo, e quale sarebbe stata la sua destinazione, né un piano da attuare. Ma legami di appartenenza a una delle cellule terroristiche di matrice integralista islamica.

Nei cellulari, di ultimissima generazione, il ventenne siriano, fermato dalla squadra mobile e dalla Digos della Questura di Ragusa, aveva foto e video di propaganda dell’Isis, ma l’attenzione della Procura distrettuale di Catania si è concentrata soprattutto sui contatti che il giovane aveva all’estero, e in soprattutto in Siria. In particolare i collegamenti con esponenti di gruppi terroristici.

Per questo l’inchiesta per decisione del procuratore Michelangelo Patanè e dell’aggiunto Carmelo Zuccaro, che contavano di tenere sotto controllo i contatti del ventenne, era tenuta sotto traccia. Per esaminare i contenuti completi dei cellulari sequestrati ci vorrà almeno un altro mese, per la quantità di materiale e per la necessità di dovere tradurre messaggi, contatti, video e audio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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