Ragusa, anche il sindaco “difende” il patronato di San Giorgio

Di Michele Farinaccio / 06 Dicembre 2023

“Oggi c’è il rischio che la festa di San Giorgio, la più antica di Ragusa, sia privata del titolo patronale. Abbiamo motivo di credere che questa cosa stia per succedere e ci adopereremo in tutte le sedi opportune, senza andare contro nessuno, per mantenere salde le tradizioni che sono quelle di una intera città”.

Così oggi pomeriggio in conferenza stampa i componenti dell’associazione culturale San Giorgio che “nasce allo scopo di tutelare e difendere le nostre tradizioni religiose che purtroppo diversi “nemici di Ibla” vorrebbero occultare. I nostri Padri hanno reso splendore alla nostra Ragusa grazie anche al forte attaccamento alle proprie tradizioni e devozioni”. San Giorgio dunque non sarà più il patrono di Ragusa? Non avrà più la stessa dignità di San Giovanni Battista? La notizia ha del clamoroso. Ed è al centro di una lettera che il dicastero del Culto divino della Santa sede, su richiesta della diocesi di Ragusa e, in particolare, del vescovo, mons. Giuseppe La Placa, ha trasmesso nei giorni scorsi alla Curia. La lettera, in particolare, ha evidenziato che, sulla base delle informazioni in possesso della congregazione, l’unico patrono riconosciuto della città di Ragusa è San Giovanni Battista. Apriti cielo. I “sangiorgiari” si sono dunque costituiti in associazione.

E ieri pomeriggio hanno detto la loro, con un lungo excursus storico di Gianni Giannone, che è partito addirittura dal 1360 d.C. ed evidenziando l’inizio del culto di San Giorgio ben 1500 anni fa nel periodo bizantino. “Si passa poi al 10 maggio 1643 – ha spiegato Giannone con la Costituzione universa da Papa Urbano VIII che obbliga le città a scegliersi il patrono e i ragusani scelsero proprio San Giorgio. Con l’atto pontificio dell’8 agosto 1643 il cancelliere dà il documento di questo”.

Dopo il terremoto ci sono i due comuni e nel 1703 Ragusa viene unificata con San Giorgio patrono, sempre secondo i documenti che sono stati resi noti dai componenti dell’associazione. “Tutto rimane così anche dopo il 1865 con la seconda divisione amministrativa – è chiarito ancora – Dal 1896 San Giovanni è il patrono di Ragusa superiore ma non della città di Ragusa che quando poi viene unificata definitivamente non può che avere come patrono San Giorgio o comunque i due patroni insieme come è stato evidenziato più volte dai vari vescovi che si sono succeduti alla guida della Diocesi di Ragusa. Chiederemo che il caso sia riaperto e sanato con la giusta sentenza. Si tratta di ingiustizie e azioni compiute volte a cancellare la storia di questa città”.

L’associazione ha già raggiunto 250 adesioni che non provengono soltanto da Ibla ma anche da residenti della parte nuova della città che hanno preso a cuore tutto questo. All’incontro è stato presente anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì che ha ribadito la fiducia nel vescovo mons. Giuseppe La Placa. “Come succede nel civile – ha detto il primo cittadino – se c’è un primo pronunciamento ce ne può essere anche un secondo, ho un profondissimo senso delle istituzioni e noi oggi abbiamo la fortuna di avere un grande vescovo che potrà, se lo riterrà sulla base di sollecitazioni che faremo anche noi amministratori, fare i passi giusti per ottenere questo riconoscimento che non è scandaloso affatto, cioè il fatto che ci sia una città con due patroni. Ma bisogna seguire un binario e io credo nella giustizia”. Maggiori particolari nell’edizione cartacea di domani del quotidiano “La Sicilia”.

Pubblicato da:
Giorgio Liuzzo