Ragusa
Punta Secca, lungo il mare e tra le polemiche arrivò il Belvedere
Sarà un momento di sorrisi e distensione dopo anni, oltre 14, di bagarre che hanno a che fare con ciò che fu questo, ora delizioso, perimetro. Sull’oggi belvedere “Capo Scalambri” sorgeva, infatti, una ex caserma della Guardia di finanza – e ex dogana prima – abbattuta per volere dell’amministrazione attualmente in carica per “motivi di pubblica sicurezza” il 22 maggio del 2014. Un epilogo arrivato dopo lustri di documenti e battaglie e suon di carte bollate. La cronistoria degli atti amministrativi che vedono coinvolto il Comune di Santa Croce Camerina nell’“affaire” caserma inizia, infatti, il giugno 2003 quando l’ente di palazzo del Cigno ha fatto richiesta di rilascio di concessione trentennale alla Capitaneria di Porto di Pozzallo per demolizione con ricostruzione e riutilizzo. La Capitaneria, nell’ottobre dello stesso anno, rigettò l’istanza di concessione, motivandola col fatto che l’edificio era inserito in un programma di recupero per utilizzi della Guardia Finanza. All’epoca era sindaco Lucio Schembari. Schembari scrisse al Prefetto per avere supporto alla richiesta di concessione, inviata in precedenza. Nel dicembre 2003 il Prefetto Calvosa si rivolse al ministero delle Infrastrutture e Trasporti supportando la richiesta dell’Amministrazione per favorire il rilascio della concessione. Da quel momento un succedersi di iniziative documentali. Senza che si arrivasse al dunque. Anni di tira e molla e battaglie politiche hanno scandito un percorso che si è sbloccato, come detto, nel 2014, quando la giunta Iurato ha preso il coraggio a quattro mani.
L’opposizione è rimasta col fiato sul collo di sindaco e assessori per tutta la durata dei passaggi burocratici. Non è mancata l’incursione del programma tivù Le Iene, che ha portato la vicenda in prime time. I question time consiliari si sono sprecati (“Sostanzialmente, non è vero che tutti gli enti erano concordi circa le modalità di demolizione”, sentenziava all’indomani il consigliere comunale Luca Agnello”). La Regione siciliana ha dato il suo placet, finalmente, nel novembre del 2015: area a disposizione del Comune e via libera alla ricostruzione. Così, un mattone dopo l’altro, il sogno carezzato dalla squadra amministrava è diventato realtà. I lavori affidati alla ditta “Ati G&C Costruzioni”, costati 327mila euro, hanno disegnato la silhouette definitiva della terrazza sul mare che, stasera, si concederà per la prima volta in via ufficiale all’occhio di amministratori, giornalisti, turisti e visitatori. Quelli che, oggi, saranno dietro il nastro tricolore aspettando che un tocco di forbice tagli il limite. Per guardare il Mediterreneo un po’ più da vicino.
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