Il giovane (A.C. le sue iniziali) è stato individuato e denunciato dai carabinieri della compagnia di Ragusa a distanza di quasi un mese dal gravissimo episodio, verificatosi alla presenza di tantissimi testimoni in una delle affollatissime serate della movida a Marina, dopo una serie di delicate e meticolose indagini.
Dalla sera dell’aggressione gli accertamenti dei militari dell’Arma per far luce sul gravissimo episodio non si sono mai fermati. Sono stati acquisiti i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza poste nelle vicinanze del luogo dell’aggressione che, comunque, non si sarebbero rivelati fondamentali per individuare il responsabile dell’aggressione, poiché le immagini erano di scarsa qualità.
Il passo successivo degli investigatori è stato quello di ascoltare direttamente decine di testimoni che avevano assistito al fatto, visto che nella serata del fine settimana il lungomare Mediterraneo era particolarmente affollato. E proprio grazie a queste testimonianze e alle descrizioni dell’energumento, tutte coincidenti, fornite dai tanti che erano presenti, è stato ricostruito un primo identikit del giovane, sulla base del quale sono state acquisite le foto di centinaia di persone che presentavano caratteristiche somatiche simili.
Da quelle foto è stato chiuso il cerchio e si è arrivati all’individuazione ed alla denuncia in stato di libertà all’autorità giudiziaria del 20enne che, adesso, dovrà rispondere di lesioni personali gravi, aggravate dai futili motivi.
Inspiegabile, nella sua rapidità, la dinamica dei fatti. Era un sabato estivo come un altro. Il ragazzo era uscito da casa alle 22,40 dopo avere cenato a casa, ma poco prima delle 23, in un momento di grande assembramento in un tratto di lungomare particolarmene affollato, aveva perso il contatto con i propri amici e, girandosi, si era trovato davanti il proprio aggressore che in dialetto particolarmente stretto lo aveva apostrofato con il classico “cchi talìi”. A quel punto, senza alcun motivo, è scattata la violenza. Calci e pugni sotto gli occhi increduli di decine di persone che in quel momento si trovavano presenti. Molti si sono affacciati addirittura dalle proprie abitazioni per il trambusto. Chi era presente racconta di una scena raccapricciante. L’aggressore, a loro dire, si comportava come se fosse indemoniato.
Qualche giorno dopo il ragazzino è stato operato alla Clinica del Mediterraneo di Ragusa, dal dottor Corrado Toro, in seguito alla frattura della mandibola. Una vicenda che aveva fatto parlare tantissimo per le modalità e per il fatto che aveva riguardato due giovanissimi nel pieno centro della movida estiva della frazione marinara ragusana. Emblematico era stato il commento della madre del ragazzo, che su queste colonne si era congratulata con gli stessi giovani che nella circostanza avevano dimostrato una grande solidarietà, “forse – aveva detto la donna, di professione insegnante – quella stessa solidarietà che non c’è stata da parte degli adulti, dato che se questo è successo la colpa non può che essere degli adulti. Per quanto ci riguarda dobbiamo lavorare molto sui nostri figli, andiamo a vedere dove stanno e cosa fanno, passiamo dai loro punti di incontro, stiamogli vicino e seguiamoli”.