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Pozzallo: presi per droga padre, madre, figli e fidanzata

Di Valentina Raffa |

Una volta avuta la certezza che dentro l’appartamento segnalato avveniva lo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri delle stazioni di Pozzallo e di Marina di Modica, coadiuvati da una pattuglia di militari della Motovedetta CC813, hanno fatto irruzione e all’interno hanno trovato la famiglia composta da padre, madre, due figli e la fidanzata di uno di questi e altri tre giovani, di cui uno minorenne, appena giunti probabilmente per acquistare qualche dose.

All’interno dell’appartamento i militari hanno notato, sparsi in più ambienti, diversi residui di sostanze stupefacenti, in particolare, in alcuni posacenere c’erano spinelli spenti da poco e, su un tavolino, i “bong” o “pipe ad acqua”, strumenti per il consumo di hashish e marijuana. All’interno di una camera da letto, ben nascosto, hanno trovato un involucro in cellophane contenente circa 90 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, e 3 grammi di hashish e diverso materiale per il taglio, il confezionamento e la pesatura della sostanza stupefacente.

Nel momento in cui volevano controllare uno sgabuzzino, i militari hanno dovuto fare i conti con la resistenza della madre, che ha ovviamente destato dei sospetti. In effetti, all’interno della stanza, nascosto in un mobile, i carabinieri hanno trovato uno scatolo di cartone con numerose dosi di marijuana per circa 250 grammi, ulteriori dosi di hashish per un peso di circa 170 grammi, altro materiale per il confezionamento, taglio e pesatura della sostanza, nonché la somma in contanti di circa 400 euro in banconote di vario taglio, verosimilmente provento dell’attività di spaccio.

Il nucleo familiare è stato condotto in caserma. Qui il padre D.L.M., 53 anni, la madre T.R., 46 anni, i due figli D.L.A. e D.L.S, rispettivamente di 27 e 23 anni, e la 18enne M.C., fidanzata di D.L.S., sono stati dichiarati in stato di arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Gli uomini sono stati tradotti nella casa circondariale di Ragusa mentre le donne a Catania.

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