È la storia di maggiore tendenza sulla pagina italiana di GoFundMe, il principale sito al mondo di fundraising sociale, ossia di raccolta fondi attraverso il finanziamento collettivo. Dodicimila euro raccolti in meno di sei giorni. E adesso è arrivato anche un lavoro a Pachino, grazie a un’azienda di prodotti locali. È diventata una gara di solidarietà che ha oltrepassato i confini della provincia di Siracusa, quella per Michele Falsaperla, il 63enne di Pachino che viveva da solo in auto al porto di Marzamemi dopo il licenziamento. A portare la sua storia alla ribalta nazionale avevano pensato Le Iene: l’inviato del programma di Italia Uno lo aveva trovato intento a fabbricarsi un cappio, con il chiaro obiettivo suicida. Nel servizio l’azienda (o “il padrone” come lo chiama lui) che lo ha licenziato dopo 15 anni, impresa locale nel campo della itticoltura, e tutte le forme istituzionali di tutela che avrebbero dovuto (e secondo il legale interpellato, potuto) aiutarlo, uscivano a pezzi. Michele dopo il licenziamento non aveva più potuto permettersi una casa e si era ridotto a vivere in auto al porto di Marzamemi.
Proprio lì, in quel borgo sul quale da qualche anno si sono riversate attenzioni e retorica modaiola planetaria, spente le luci della movida restava Michele, solo e disperato, dentro la sua auto. Accadeva la scorsa estate. A chi cominciava a avvicinarlo colpito dalla sua condizione, Michele diceva: «Se continuo così, una corda al collo e via». A Le Iene raccontava: «Anche prima la vita era difficile ma tutto sommato dignitosa: una volta pagato l’affitto, vivevo con i 100 euro al mese che restavano. La carne? Pazienza, basta una volta a settimana».
Tutto era cambiato dopo il licenziamento, arrivato a soli due anni dalla pensione, in quella ditta dove confezionava pesce per “il padrone”. Poi era arrivata la sorpresa con l’aiuto del sindaco di Pachino, Roberto Bruno: un lavoro come custode dei bagni pubblici del Comune e un tetto offerto da due ragazzi di colore di 18 anni arrivati in Italia qualche anno fa. Ma l’illusione di rimettersi in carreggiata era durata solo due mesi e Michele era tornato in macchina perché non voleva pesare sulle spalle dei due ragazzi. Fin qui tutto era stato raccontato dalla trasmissione di Italia uno, andata in onda a metà novembre ma registrata a fine estate. A quel punto erano stati i suoi concittadini a prendersi cura di lui. Due giovani, Francesco Anastasi e Emanuele Criscione, che svolgevano un lavoro per il Comune riguardo all’isola ecologica per la differenziata a Marzamemi, lo avevano notato e avvicinato: «Tutte le sere, per due settimane, siamo stati con lui a cercare di convincerlo a farsi aiutare a cercare un alloggio», raccontano. Stava per cominciare la stagione delle prime piogge e del maltempo. «A quel punto abbiamo cercato aiuto sui social», spiegano ancora.
Dapprima un agronomo di Pachino si è offerto a dargli una casa. Ma anche questo tentativo, benché prezioso, è stato risolutivo solo per poco tempo. La casa era in un posto isolato e Michele aveva paura e mostrava disagio. A quel punto è stato uno dei due ragazzi, Francesco, a trovare un alloggio. Che potrà ospitare Michele almeno per tutto questo inverno. Il sostegno nel frattempo è cresciuto, senza che il sindaco del paese, Roberto Bruno abbia perso il contatto con l’intera azione di solidarietà.
Ma agli inizi di dicembre l’accelerazione. Gli sforzi di tutti (Iene, sindaco e concittadini) si sono concentrati su una iniziativa: ricorrere a GoFundMe, la raccolta fondi sociale sul web, per accompagnare Michele almeno per i prossimi due anni, fino alla pensione. La dolcezza del suo racconto finito in tv, l’animo buono e volenteroso di Michele che tutti sanno essere stato un bravo lavoratore (montava due ore prima degli altri, da quando aveva cominciato a temere che invecchiando potesse essere diventato più lento nel confezionare pesce) ha fatto il resto. E così la raccolta fila talmente bene da essere quella maggiormente partecipata sul sito: 12mila euro dalla chiusura del sesto giorno. Dopo la messa in onda del servizio de Le Iene la redazione era stata inondata di richieste per aiutare concretamente Michele, nel frattempo anche in paese la solidarietà si faceva concreta: il Comune di Pachino si è fatto punto di sintesi di tutte queste pulsioni ed è diventato di fatto promotore e garante di questa raccolta fondi su GoFundMe.
I servizi sociali del Comune stanno studiando iniziative per il futuro: un tutore tramite il tribunale e un conto corrente tutto suo. E si potrà dire che, in questi tempi difficili, un’ondata di amore collettivo lo avrà portato fino alla pensione. Il culmine è arrivato pochi giorni fa, quando è arrivato pure il lavoro «che lo porterà fino alla pensione». Così assicurano i suoi nuovi datori di lavoro. Si tratta di Salvatore e Paolo, padre e figlio, proprietari della ditta Campisi di prodotti tipici siciliani a Pachino: sempre con la garanzia e la supervisione del sindaco Bruno si sono offerti di dargli un lavoro. Michele lavorerà nel settore del pesce, che tra l’altro è quello che ha sempre fatto e che preferisce. Da gennaio Michele avrà il suo contratto e inizierà il nuovo lavoro che lo porterà alla pensione.