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Modica, il Consiglio comunale dice sì al dissesto tra le polemiche

Dodici i voti a favore, 4 abbatiani si astengono e gli altri escono dall'aula. Inizia una "guerra politica" tra il sindaco e il suo mentore politico, l'on. Ignazio Abbate

Di Redazione |

Il Consiglio comunale ha votato giovedì sera alle 23, dopo quattro ore di dibattito, la delibera di dissesto che era stata approvata dalla Giunta Monisteri nei giorni scorsi. La città di Modica, dunque, inizia dalle prossime ore il proprio percorso di ricostruzione. Dodici i voti a favore, 4 gli astenuti mentre una parte della maggioranza che aveva sostenuto il primo cittadino nella campagna elettorale ha preferito uscire dall’aula. I cosiddetti abbatiani, cioè quanti si riconoscono nelle posizioni politiche dell’on. Ignazio Abbate, predecessore dell’attuale sindaco e un tempo suo principale sponsor, hanno preferito abbandonare i lavori non esprimendo alcun parere eccezion fatta per i 4 rimasti in aula che, però, come detto si sono astenuti (quindi la sostanza di fatto è stata la stessa, anche se hanno comunque garantito che la seduta continuasse a produrre i propri effetti).

Un aspetto che, naturalmente, dopo il voto è stato richiamato dal sindaco Monisteri il cui appello iniziale alla responsabilità non è stato raccolto proprio da quegli abbatiani che un tempo l’avevano sostenuta. Ecco perché la prima cittadina ha parlato di atto di viltà politica dando il via a quella che, a tutti gli effetti, si può considerare l’inizio di una “guerra politica” tra la sindaca e il suo mentore, l’on. Ignazio Abbate. Che cosa succederà adesso politicamente? Gli scenari sono tutti in via di definizione. Nel corso della seduta, molte le accuse lanciate nei confronti della spregiudicatezza amministrativa del precedente sindaco che di fatto, secondo alcuni, in particolare secondo la consigliera Ivana Castello, ha “lasciato che l’ente municipale si affossasse di debiti ancora di più per raggiungere l’unico scopo che per lui contava, riuscire ad essere eletto all’Assemblea regionale”.

A dire sì al dissesto Minardo, Armenia, Cascino, Gugliotta, Cecere, Aurnia, Spadaro Daniela, Castello, Borrometi, Spadaro Giovanni, Castello e Civello. Ad essersi allontanati dall’aula al momento del voto Floridia, Caruso, Nigro, Frasca, Franzò, Giuardanella, Giannone e Covato Giammarco. Sono rimasti in aula per garantire il numero legale Piero Covato, capogruppo, Daniele Scapellato, vicecapogruppo, Giovanni Alecci, vicepresidente del consiglio, e Alessio Ruffino, presidente della commissione Bilancio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA