Ragusa
Migranti, test Covid su pakistani sbarcati a Pozzallo. Il sindaco: «Sono preoccupato»
POZZALLO (Ragusa) – Hanno avuto effettuato il tampone i 64 migranti di nazionalità pakistana arrivati stamani a Pozzallo a bordo della nave Fiorillo della Guardia Costiera. Prima di essere trasferiti nell’azienda agricola “Don Pietro”, in contrada Cifali, tra Comiso e Ragusa i sanitari dell’Asp Ragusa hanno fatto i prelievi per il tampone naso-faringeo e domani si conosceranno gli esiti. L’arrivo di questi migranti asiatici mette in allarme il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna che domani a Roma incontra il Capo Dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione prefetto Michele Di Bari e probabilmente anche la ministra Luciana Lamorgese.
“Sono estremamente preoccupato per questo arrivo di migranti asiatici – dice il sindaco di Pozzallo -, bisogna fare in fretta ad individuare procedure certe con l’effettuazione dei tamponi già sulla nave. Altrimenti si corre il rischio di ripetere quello che sta accadendo in Calabria che sono contrari agli sbarchi. Un sindaco è chiamato a tutelare la popolazione soprattutto sul piano sanitario».
Sulla nuova emergenza sbarchi in Sicilia interviene la deputata siracusana di Fi Stefania Prestigiacomo. «L’inerzia del governo rischia di far precipitare la Sicilia nel caos, esponendola ancora di più ai pericoli del Covid-19. In questi mesi l’Isola, anche grazie alle misure messe in campo del governo siciliano, ha dimostrato maturità e senso di responsabilità nella gestione della pandemia, non vorremmo che gli sforzi dei siciliani siano vanificati dall’inconcludenza di un esecutivo nazionale che non sta affrontando con la dovuta risolutezza la nuova ondata di sbarchi». È sotto gli occhi di tutti che il virus viaggia sui barconi, così come dovrebbe essere altrettanto lampante che di fronte a questo dramma Palazzo Chigi ha l’obbligo della chiarezza, della prontezza e dell’attuazione di piani ben definiti. Invece, tutto è lasciato al caso, come se quanto sta accadendo in questi giorni non fosse ampiamente prevedibile. È anche questo il prezzo che l’Italia è costretta a pagare al populismo e al buonismo al governo. – aggiunge -. Tuttavia, nell’incertezza generale sarebbe indispensabile che quantomeno fosse accolta la richiesta dello stato di calamità avanzata dal presidente Musumeci. Un primo vero segnale di attenzione nei confronti dei siciliani».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA