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«La Rosolini-Modica e la Ag-Pa: opere da completare nel 2018»

Di Tony Zermo |

Si parla da anni dell’autostrada Catania-Ragusa. E’ una promessa mancata, una presa in giro, un sogno nel cassetto?

«Finalmente dopo tanti anni, forse, potrà vedere la luce. La settimana scorsa abbiamo fatto due riunioni al ministero e se tutto va bene il 15 febbraio l’opera sarà al Cipe per l’approvazione del progetto definitivo. Poi potrà essere approvato l’esecutivo e si potrà dare subito inizio ai lavori in quanto l’opera è in project financing (circa 300 milioni pubblici e 400 milioni privati, ndr) e quindi non c’è nemmeno bisogno di mandare le carte al ministero dell’Economia. Riteniamo che i lavori potrebbero partire tra la fine dell’anno e il primo semestre del 2019».

Tra i progetti vagheggiati c’è quello della chiusura dell’anello autostradale con la realizzazione di una litoranea che vada da Siracusa a Mazara del Vallo. Sarebbe la nuova frontiera del turismo.

«Ci vogliono circa due miliardi, e forse non basteranno. Noi al momento abbiamo come priorità la Siracusa-Gela. C’è un investimento di 280 milioni di euro per arrivare a Modica. I lavori si sono bloccati a causa del concordato preventivo di Condotte e stiamo cercando una soluzione per consentire che Condotte possa continuare, oppure che sia l’altra mandante, Cosedil, a completare i lavori in toto. Tra l’altro rischiamo di perdere 48 milioni di finanziamento comunitario se i lavori non saranno ultimati entro il 28 febbraio del 2019. Per completare la Siracusa-Gela occorreranno altri 800 milioni di euro. Poi per arrivare quasi vicino a Licata ci vorranno altre 300 milioni e rotti e ovviamente molti altri ancora per arrivare ad Agrigento e poi a Trapani».

Capisco che ci vogliono tanti soldi, lei parlava di due miliardi. Ma l’autostrada della fascia sud della Sicilia non si può dare in appalto a qualche grande gruppo in cambio dei pedaggi?

«Sarà così per la Catania-Ragusa e la sta facendo Bonsignore. Bisognerà trovare qualcuno che ritenga conveniente realizzare un’autostrada nella fascia sud (attualmente poco trafficata, ndr)».

Assessore, ai tempi del governo Berlusconi chi ha ostacolato tenacemente e tacitamente il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stata la Lega. Tajani mi disse che il nostro governo non aveva mai chiesto alcun finanziamento per il ponte. Non vorremmo che la faccenda si ripetesse.

L’assessore Marco Falcone con il condirettore del quotidiano La Sicilia Domenico Ciancio Sanfilippo

«Ci sono state posizioni demagogiche eccessive e poche analisi sulle necessità del territorio. Io dico che oggi il ponte è diventata una esigenza per la continuità reale. La continuità territoriale la creiamo se facciamo il ponte che sarebbe la più grande infrastruttura d’Europa. E’ il sogno del nostro presidente Musumeci e noi oggi abbiamo veramente la possibilità di aprire i cantieri prima del completamento della legislatura. Anche Anas è particolarmente interessata, ne abbiamo parlato con il presidente Armani. E poi, sembrerà strano, anche le società di navigazione, mi riferisco ai Franza, non sono contrarie all’opera perché i loro traghetti possono essere impiegati in altre parti del mondo e magari anche per fare gite turistiche attorno al ponte più lungo del mondo. Il ponte può essere fruito o ammirato. E poi un’opera che comporta 8 miliardi di euro ha una forte ricaduta economica e occupazionale».

Ricapitolando?

«Il succo del nostro programma è innanzitutto concludere tutte le opere che in questo momento sono in corso: finire la Rosolini-Modica che è il primo tratto della Siracusa-Gela; finire l’Agrigento-Palermo; definire la strada degli scrittori che è la 640 Agrigento-Caltanissetta. Se riusciamo in quest’anno a concludere queste tre opere, significa che abbiamo tolto le incompiute. La capacità dell’assessorato è quella di entrare con forza nei contenziosi per risolverli. C’è stata la bretella Noto-Pachino che ha avuto un problema: siamo entrati e l’abbiamo risolto. Infine il 15 febbraio consegneremo i lavori, affidati all’impresa Colombrita, per eliminare quella frattura che separa la Sicilia orientale da quella occidentale e che è stata determinata dal ponte crollato nell’area di Scillato».

L’altro giorno il presidente della Super Camera di commercio, Agen, ha detto che si dovrà vendere l’aeroporto di Fontanarossa. Se tanto mi dà tanto, anche l’aeroporto di Palermo dovrebbe essere messo in vendita, ma Leoluca Orlando è contrario. Cosa ne pensa la Regione?

«Le grandi infrastrutture aeroportuali rappresentano sicuramente un patrimonio del nostro territorio. Nel passato la politica le ha gestite con un criterio non manageriale. Ultimamente queste importanti realtà vengono viste con un occhio imprenditoriale. Sono realtà che vanno potenziate e ci stiamo occupando dell’interramento della ferrovia che consentirà alla Sac di poter allungare la pista, anche se debbo dire che il sogno del presidente Musumeci rimane sempre quello di un grande aeroporto internazionale al centro della Sicilia».

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