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Intitolazione del museo di Ragusa a Biagio Pace, l’Anpi Sicilia dice no

"E' stato un fascista. Questa scelta rischia di riscrivere una narrazione storica distorta e revisionista"

Di Redazione |

Il coordinamento regionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) Sicilia interviene sulla questione dell’intitolazione del Museo archeologico di Ragusa (nella foto) a Biagio Pace, esprimendo ferma condanna e preoccupazione per tale decisione.

Biagio Pace, oltre ai suoi contributi nel campo dell’archeologia, ha avuto un ruolo di rilievo nella politica fascista, aderendo al regime sin dall’inizio e ricoprendo incarichi significativi durante quel periodo oscuro della storia italiana. Eletto deputato nel 1924, Pace rimase in Parlamento fino all’agosto del 1943, quando la caduta di Mussolini travolse anche la Camera dei Fasci e delle Corporazioni della quale faceva parte. Negli anni Venti entrò nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e nel 1935/1936 in qualità di maggiore combatté da volontario nella guerra in Etiopia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale. La scelta conseguente a tutta la sua vita non poteva che essere che quella di fondare un partito che raccogliesse tutti gli ex combattenti della Rsi. Inoltre non bisogna dimenticare che non fu “semplicemente” uno dei capi del fascismo ibleo, egli fu, soprattutto, uno dei sette estensori, nell’aprile del 1942, del “Nuovo manifesto fascista della razza.” Il Manifesto testimonia la complicità della scienza italiana riguardo alla promozione e alla diffusione delle teorie razziste. Un insieme di provvedimenti che costituivano l’intero corpus delle leggi razziali, diventato la base giuridica per giustificare prima l’allontanamento e poi la persecuzione degli ebrei italiani.

 Questa scelta non solo rischia di offuscare il ruolo e la memoria di archeologi illustri siciliani, ma sembra anche riscrivere una narrazione storica distorta e revisionista.

L’Anpi Sicilia si chiede se l’Assessore Scarpinato – esponente di Fratelli d’Italia -, responsabile della decisione, “abbia tenuto in considerazione la storia dell’illustre archeologo di fama internazionale, nato in provincia di Ragusa,  Antonino Di Vita che ha contribuito alla realizzazione del Museo regionale archeologico ibleo, così come di altri archeologi di fama mondiale  anche loro nati in provincia di Ragusa: Paolo Enrico Arias e Giovanni Uggeri; prima di procedere con l’intitolazione a Biagio Pace. Ciò solleva dubbi sulla reale motivazione di questa scelta e alimenta sospetti riguardo a una decisione che scaturisce da un comune nostalgico orientamento politico”.

“È fondamentale che le decisioni riguardanti l’attribuzione di nomi ad istituzioni pubbliche – è spiegato ancora – siano il risultato di un’attenta valutazione storica e culturale, rispettando i principi di pluralismo e inclusività. L’Anpi Sicilia rimane vigile su queste questioni e ribadisce la necessità di preservare la memoria storica e valorizzare figure che abbiano contribuito in modo positivo e progressista alla società”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA