Incendio a Comiso, il canalone brucia e le lingue di fuoco hanno lambito le case

Di Redazione / 02 Giugno 2017

Comiso (Ragusa) –  Pomeriggio rovente a Comiso. Fiamme e un denso fumo nero. Appariva così alle 14 di ieri pomeriggio la città di Comiso dalle curve della strada che scende da Ragusa, un denso fumo nero tagliava dall’alto in due la città. L’incendio ha interessato il canalone del fiume Ippari. Secondo quanto riportato dalla polizia municipale il fuoco sarebbe divampato dal canneto presente nel letto del fiume per cause ancora in via d’accertamento per poi propagarsi lungo un vasto tratto del letto dell’Ippari. Ha bruciato ogni cosa. Il fumo ha invaso gran parte della zona 167.

La polizia municipale ha subito provveduto a chiamare i vigili del fuoco e a mettere in sicurezza l’area e anche i tanti curiosi che fotografano l’incendio. Il traffico nella zona della 167 ha subito rallentamenti a causa della presenza dei camion dei pompieri ma è stato gestito dagli uomini della polizia municipale. Moltissimi cittadini si sono riversati in strada per comprendere cosa stesse succedendo. Per spegnere il fuoco ci sono voluti tre camion dei pompieri provenienti da diverse parti della provincia. L’incendio ha infatti invaso un cantiere che si trova nelle prossimità dell’alveo del fiume bruciando dei grossi tubi in disuso. L’intenso fumo nero, complice il vento, ha letteralmente invaso i palazzi che si trovano nell’area tanto da annerirne le facciate. Un incendio di proporzioni talmente vaste da rendere impossibile il primo intervento dei pompieri che hanno dovuto chiamare i rinforzi. L’aria era irrespirabile e l’odore acre della plastica bruciata è rimasto per l’intero pomeriggio propagandosi per gran parte della città.

La puzza ha costretto molti residenti della zona ad uscire dalle case dato che a quell’ora, erano circa le 14 del primo pomeriggio in molti a causa del caldo avevano porte e finestre aperte. Su facebook il consigliere Maria Rita Schembari risollevando il problema dei terreni incolti e pieni di erbacce che ogni estate flagellano di roghi le campagne del territorio, punta l’indice contro l’Amministrazione comunale e scrive: “Il greto e le rive dell’Ippari vanno a fuoco, e si distruggono i resti già pericolanti di un antico ponticello, e i cittadini respirano veleni, e non mi venite a dire con le solite, pietose, scuse che i terreni sono privati, perché il Comune ha l’obbligo di intervenire a tutela della salute di tutti anche sulla proprietà privata, rivalendosi poi sui proprietari inadempienti”.

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