«Il treno barocco? Più che turistico sembra un tour de force nella calura»

Di Lucia Fava / 17 Luglio 2017

Per lo studioso, forse, non tutto il male vien per nuocere. “Alla luce delle esperienze passate – spiega Pavone –, se la parte prettamente ferroviaria è curata nei minimi dettagli, ad iniziare dalla livrea castano e isabella (tipica degli anni dalla fine dei ’30 ai primi dei ’60) delle carrozze perfettamente restaurate, unitamente al caratteristico bagagliaio a due assi utilizzato per il servizio di bordo, c’è qualcosa da osservare criticamente riguardo alla percezione evidentemente rivedibile che l’assessorato regionale al Turismo dalla lontana Palermo ha della fruizione del nostro territorio e di cosa significhi farlo a bordo di un treno storico, osservazioni che in parte e per diversa ragione è possibile allargare persino agli stessi enti locali, in cui appare troppo diffusa la tendenza a farne una medaglia da esibire sul petto, magari senza neppure sapere di che cosa si tratti”.

“Infatti, a parte il calendario talmente ridotto da presentare di fatto i caratteri dell’eccezionalità e non di quella regolarità che meriterebbe un territorio a vocazione prettamente turistica qual è il nostro – prosegue lo studioso –, quel che colpisce è l’impostazione che continua ad essere quella del tour non turistico, ma de force: in piena estate, viaggiando a bordo di carrozze non climatizzate, senza tener conto della velocità ridotta del treno, degli eventuali ritardi sempre in agguato, si prevede una visita lampo a metà mattina (appena due ore per Scicli e poco più per Noto) e poi nelle ore più calde della giornata si visitano Modica o Ragusa: l’esperienza perde tutta la sua gradevolezza, con buona pace della godibilità del Paesaggio Ibleo che dovrebbe essere il protagonista assoluto di un viaggio appositamente lento che permette di osservare i luoghi della natura e dell’architettura. Ma a quanto pare, quel che più conta è che si dica che anche quest’anno la regione ha finanziato il Treno Barocco con il seguito dei loghi dei comuni che ne beneficeranno”.

Pavone auspica che le prossime edizioni prevedano un programma “più ricco e rilassato”, in periodi dell’anno come la primavera la tarda estate/primo autunno per rendere il viaggio in treno un’esperienza da ricordare e da ripetere. “E per la stagione calda – aggiunge –, magari sarebbe utile pensare di potenziare i servizi regolari con orari idonei per la fruizione turistica delle città d’Arte. Climatizzare un mezzo storico è un’operazione fattibile, ma poco compatibile con la preservazione della sua originalità”.

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Redazione
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