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Federmoda Ragusa: “No ai saldi a fine gennaio”
Il presidente Russino: "Sarebbe un rimedio peggiore del male"
“No all’ipotesi di un differimento a fine gennaio o addirittura a febbraio dei saldi invernali che circola da qualche giorno riguardo alla grave crisi economica che attanaglia il settore dell’abbigliamento”. Lo dice il presidente di Federmoda Ragusa, Daniele Russino, unendosi alla posizione di tutti gli altri presidenti delle federazioni di categoria operanti nell’isola. “In un mondo ‘ideale’- chiarisce Russino (nella foto sotto) – i saldi si fanno a fine stagione e dovrebbero riguardare solo le rimanenze di magazzino. Invece, le tasche dei consumatori sono vuote e i nostri magazzini pieni, abbiamo le collezioni autunno-inverno quasi integre a causa del pesante rallentamento dei consumi. Riteniamo, come Federmoda, che la proposta di posticipare la data dei saldi di oltre un mese sia un rimedio peggiore del male. Tale scelta si tradurrebbe in un ulteriore problema per il settore che subirebbe ancor di più la concorrenza del commercio online, dove sono sempre attive promozioni, offerte varie o sconti. Meglio agevolare gli acquisti, invogliando il consumatore in un momento di scarsa fiducia vista anche la delicata questione internazionale legata alle guerre e alla grande inflazione. Semmai può essere utile allineare la data dei saldi siciliani a quella nazionale, spostandola dal 2 al 5 gennaio”.
L’allarme del settore commercio è ampiamente giustificato dall’aumento dei prezzi e dalla perdita del potere d’acquisto delle famiglie che stanno facendo registrare una contrazione dei consumi. Il mondo dell’abbigliamento, in particolare sta subendo pesantemente gli effetti del clima (con temperature ampiamente superiori alle medie stagionali). “Occorrono anche per il nostro settore misure ad hoc che ne supportino la sostenibilità e lo sviluppo – prosegue Russino – Riteniamo che sarebbe una proposta di buon senso quella di applicare anche al settore dell’abbigliamento il sistema delle detrazioni fiscali, attualmente vigente per l’acquisto di altri beni. La detrazione fiscale, equivalendo di fatto ad un rimborso parziale sulla spesa sostenuta per l’acquisto di beni del settore dell’abbigliamento, potrebbe spingere i consumi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA