C’è un silenzio assordante che gira intorno ai resti della ex fornace Penna. Avvolge pilastri, archi, spazi diroccati, cumuli di pietra informi in questo dicembre siciliano fatto di sole e sapida brezza marina.
E’ lo stesso silenzio che ruota intorno al futuro di questo manufatto che sta fermo nei sentimenti e nelle emozioni di tante generazioni e che è rimasto vittima di una macchinosa burocrazia che ha messo un freno al suo recupero e alla sua messa in sicurezza.
Sono passati gli anni, tra passerelle di politici di ogni risma con ministri, sottosegretari, assessori regionali di ogni governo, promesse e impegni che si sapeva che non sarebbero stati mantenuti, manifestazioni cicliche di ambientalisti e perfino un concerto affollato sotto quelle mura nel giugno scorso con il claim “Note di speranza per la Fornace”, promosso da Legambiente “Kiafura” di Scicli, come un ulteriore civico atto di denuncia per quanto non si sta facendo per salvare l’ex fornace Penna
«La pratica espropriativa è stata eseguita – dichiara Nino De Marco, sovrintendente dei Beni culturali di Ragusa – e quindi notificata a tutti gli interessati. Tre di loro, che rappresentano più della metà della proprietà, non hanno accolto l’offerta del prezzo di esproprio e quindi si andrà al contenzioso. Questo vuol significare che bisognerà nominare un collegio di esperti da parte del dipartimento tecnico regionale in uno agli esperti di nomina dei proprietari e trovare, laddove possibile, un punto di intesa. Non sarà una cosa breve».
E sino a quando l’ex fornace Penna non diventerà bene pubblico non ci sarà molto da fare sia per la messa in sicurezza sia per i lavori di recupero del bene. Ma c’è una via alternativa utile a superare l’impasse del contenzioso e quindi per accorciare i tempi? Secondo il dpr n. 327 del 2001 in tema di occupazione di urgenza, una via d’uscita è ipotizzabile. Secondo l’art. 22 (occupazione di urgenza) si valuta che laddove l’avvio dei lavori rivesta carattere di particolare urgenza può essere emanato senza particolari indagini e formalità decreto motivato che determina in via provvisoria l’indennità di espropriazione e che dispone anche l’occupazione anticipata dei beni immobili necessari. Sarà possibile percorrere questa strada?
L’architetto sciclitano Salvo Di Maria, memoria storica delle varie vicissitudini che hanno caratterizzato l’iter burocratico di esproprio del manufatto, rileva che: acclarate le premesse, esiste la sentenza del Tar Sicilia Palermo Sez. III sent. 10/05/2007, n. 1339, secondo la quale la immissione in possesso da parte del soggetto espropriante del bene che costituisce oggetto di esproprio può avvenire solo a seguito di un decreto di occupazione d’urgenza previsto da vari tipi di vincoli; dalla valutazione immobiliare predisposta dal Comune di Scicli con perizia di stima del 14 ottobre del 2019 per un importo di 534.668,38 euro; dal decreto regionale di riconoscimento di pubblica utilità del 14 settembre 2021, il professionista chiede: «Perché non è ancora stata fatta l’immissione in possesso di un bene monumentale con più vincoli del Colosseo? Su chi ricade la responsabilità del crollo, avvenuto il 1° dicembre del 2021 visto il sequestro del 6 maggio del 2016 su disposizione del gip del Tribunale di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica preventivo dell’ex fornace Penna per concreto pericolo per la pubblica incolumità contestando i reati di “danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale” e di “omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina” con 21 indagati ed affidando la custodia alla stessa proprietà indagata?».
Ma mentre a Palermo si discute, l’ex Fornace Penna crolla. E, vale la pena di sottolinearlo ancora, nel silenzio più assordante.