Estorsione continuata a Scoglitti, il pm chiede pene per complessivi 71 anni di carcere

Di Redazione / 28 Giugno 2024

Il pm ha chiesto pene per complessivi 71 anni di reclusione al termine della requisitoria nel processo davanti al Tribunale collegiale di Ragusa ai danni di cinque vittoriesi arrestati il 10 gennaio di due anni fa dai carabinieri di Ragusa per estorsione continuata in concorso, aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiose, ai danni dei titolari di un’attività di ristorazione di Scoglitti. Quindici anni per Rosario Nifosì e Titta Ventura; sedici anni per Angelo Ventura; diciassette anni per Massimo Melfi; otto anni per Marco Nuncibello, quest’ultimo accusato solo di tentata estorsione.
Per la condanna anche la parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Mascali. Il 19 luglio toccherà al collegio difensivo, quindi, la sentenza. Nifosì, su istanza dell’avvocato Italo Alia, è stato ammesso agli arresti domiciliari. Nel corso dell’istruttoria le parti offese hanno risposto alle domande del pm Alfio Gabriele Fragalà della Dda, confermando le accuse. I due Ventura sono difesi dall’avvocato Giuseppe Di Stefano, Titta Ventura è assistito anche dall’avvocato Maurizio Catalano; Melfi e Nuncibello dall’avvocato Francesco Vinciguerra. I Ventura e Nifosì sono accusati di fare parte del clan mafioso “Dominante-Carbonaro” della Stidda. A tutti viene contestata l’aggravante di avere agito con il metodo mafioso. Secondo l’accusa i due commercianti, marito e moglie, stanchi di pagare (hanno detto di avere versato 4.000 euro), nel 2020, hanno denunciato i fatti facendo scattare le indagini del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri.

Pubblicato da:
Giorgio Liuzzo