MODICA (RAGUSA) – La morte del cuoco modicano, Peppe Lucifora, di 58 anni, ritrovato cadavere domenica sera nella sua abitazione nel quartiere Dente di Modica, potrebbe essere maturata in un contesto complesso. L’autopsia ha confermato che non si tratterebbe di decesso naturale. L’esame sul corpo della vittima, è stato eseguito questo pomeriggio nella sala mortuaria dell’Ospedale “Maggiore” di Modica dal medico legale, Giuseppe Iuvara. Che cosa è accaduto dunque a Peppe Lucifora? Qualcuno l’ha ucciso? Chi e perché gli voleva male? La morte del cuoco resta ancora avvolta nel mistero.
Non avendo da ore sue notizie i parenti hanno chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco che, una volta giunti sul posto, hanno forzato la porta d’ingresso facendo la macabra scoperta. Peppe Lucifora era nella sua camera da letto semi nudo. Qui il primo giallo: la porta, infatti era chiusa a chiave, ma della chiave non si è trovata traccia. Il secondo giallo riguarda invece il ritrovamento di tracce di sangue all’interno dell’appartamento sito all’ultimo piano della palazzina. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Modica che hanno operato fino alle 4 di lunedì mattina con l’ausilio della Scientifica. Sul posto anche il medico legale Peppe Iuvara. Le speranze sono rivolte all’esito dell’autopsia disposta dal Sostituto Procuratore Francesco Riccio e che sarà eseguita oggi. L’esame autoptico potrà forse dare risposte a quello che al momento appare come un vero e proprio giallo.
Il capitano Francesco Ferrante fa sapere che non è esclusa alcuna pista, nemmeno quella della morte naturale, ma intanto è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio. Un sospetto alimentato anche da una vicina, che abita nella stessa palazzina, la quale riferisce che nella notte tra sabato e domenica ha sentito rumori strani: “Era come se qualcuno stesse spostando delle sedie, dei mobili, ma non è durato tanto”.
C’era allora qualcuno con Peppe Lucifora sabato notte? Peppe a Modica lo conoscevano tutti, era uno sui generis, definito folkloristico per il modo di vestire e di fare. Era un fanatico delle tradizioni, usava ad esempio mettersi con un’ape in centro nel giorno di Pasqua a vendere “piretti” richiamando le persone con la sua campanella. Era un portatore di San Giorgio e di certo non passava inosservato. Peppe Lucifora lavorava come cuoco nella cucina dell’Ospedale Maggiore di Modica. Nell’appartamento all’ultimo piano di via XXIV Maggio viveva da solo, accanto invece c’è la casa dove abitava la mamma deceduta un paio di anni fa. I vicini e i conoscenti descrivono Peppe come una persona buona e sempre gentile. “Da qualche tempo – ci confessa una donna- però frequentava persone diverse dalle solite, volti nuovi”.