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Comiso adotta una famiglia di rifugiati siriani

E' una coppia di coniugi con i loro figli di 10 anni e quattro mesi

Di Redazione |

Una famiglia (nella foto) di rifugiati siriani adottata dalla città di Comiso. Attraverso i corridoi umanitari internazionali è arrivata una coppia di coniugi, con i loro figli di 10 anni e quattro mesi. Alcune famiglie e associazioni della parrocchia Santa Maria delle Stelle hanno aderito al progetto “Operazione Colomba”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, con vari partner come la Chiesa Valdese e la Fondazione Papa Giovanni XXIII. 

Ad accogliere la famiglia Tamer i membri di alcune associazioni collegate alla parrocchia di Santa Maria delle Stelle (Chiesa Madre). Il gruppo Agesci Comiso 1, la società San Vincenzo de Paoli, l’Azione Cattolica, l’associazione Yhomisus, la Fondazione San Giovanni battista, il Centro Missionario diocesano, l’Ufficio Migrantes. Collaborano anche l’associazione islamica “Al – Zaytouna” e il Comune di Comiso. Una società sportiva, l’Ardens ha messo a disposizione il pulmino che è partito per Roma per condurre a Comiso la famiglia siriana. 

Venerdì prossimo, 17 novembre, alle 20, nel salone della chiesa di Sant’Antonio, la famiglia Tamer sarà presentata alla città. L’iniziativa è stata denominata “Un soffio di pace … tra venti di guerra”. A presentare il progetto saranno don Innocenzo Mascali, parroco di Santa Maria delle Stelle, don Fabio Stracquadaini, parroco della chiesa Madonna delle Grazie, Abdelhamid Jebari, presidente dell’associazione islamica “Al – Zaytouna” di Comiso/Vittoria. Porteranno la loro testimonianza Salvatore e Alessandro Brullo, della cooperativa “Fo.Co” di Chiaramonte Gulfi, che offriranno uno spaccato sull’accoglienza umanitaria dei rifugiati.  È previsto anche un momento di convivialità con un pasto comunitario. La serata si concluderà con un momento di preghiera guidato da don Innocenzo Mascali e da Abdelhamid Jebari. 

Khaled, 37 anni, la moglie Atlal di 36, i figli un maschio di 10 anni e una bimba di 4 mesi, sono arrivati a Comiso il 7 ottobre scorso. Entrambi i figli sono nati in Libano. Per loro, le famiglie che li ospitano hanno approntato una casa presa in affitto nel quartiere delle Grazie e provvedono al vitto e alle altre necessità. Lì vivono, da poco più di un mese Atlal e Khaled insieme ai figli. I due hanno iniziato a frequentare i corsi di italiano presso la scuola De Amicis e il figlio frequenta da due settimane la terza classe della scuola primaria Monserrato. 

Per l’accoglienza e l’ospitalità molte famiglie e singoli benefattori hanno dato il loro contributo. Nel futuro, si cercherà di favorire l’inserimento della famiglia Tamer, anche con una collocazione lavorativa. Si cercherà un lavoro per Khaled che in patria lavorava come piastrellista.

“Quest’iniziativa è nata da un’idea dell’estate scorsa – spiega don Innocenzo Mascali – Gabriele Vaccaro l’ha proposta ai gruppi e alle associazioni della parrocchia. Abbiamo avuto diversi incontri on line con la responsabile del “Progetto Colomba” e abbiamo dato la nostra disponibilità per l’accoglienza di una famiglia. A quel punto è partita la macchina organizzativa, ci siamo auto-tassati per avviare le pratiche, trovare una casa e farci trovare pronti per l’arrivo di questa famiglia”. 

“Oggi – aggiunge Gabriele Vaccaro – vivono in una casa presa in affitto, la generosità di tanti sta consentendo di affrontare questi mesi, in attesa che possano avere una loro indipendenza economica. Nel frattempo, Khaled e Atlal stanno frequentando un corso di italiano e Nasser ha cominciato a frequentare la scuola. Stiamo completando tutti i documenti per la loro permanenza in Italia come rifugiati, approntando i documenti sanitari e tutto quanto serve. La festa di accoglienza sarà un momento speciale per presentarli alla città”.

Di rilievo, la collaborazione della comunità islamica di Comiso. La famiglia Tasser è musulmana. Il presidente della comunità Al Zaytouna, Abdelhamid Jebari lavora fianco a fianco con la parrocchia. “Tutti invochiamo la pace, ma bisogna fare gesti concreti di pace – afferma Jebari – Bisogna togliere ogni muro di pregiudizio, trovarci insieme tra persone di culture diverse e di fedi diverse. L’accoglienza della famiglia Tamer è un gesto concreto di bene vissuto nella città di Comiso, un’esperienza bellissima. Ci siamo trovati nella loro casa per condividere il pasto pregando insieme. Per loro la parrocchia cristiana e la comunità islamica sono un punto di riferimento. La domenica il loro figlio si ritrova con gli altri bambini in moschea”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA