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Catania, Ateneo ignora sentenza assunzione: ricercatore scrive a ministro

Di Redazione |

VITTORIA (RAGUSA) – Ha scritto una lettera aperta al Rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile, che è rimasta senza risposta. Giambattista Scirè, 42 anni, ricercatore universitario di Vittoria (Ragusa) ha preso di nuovo carta e penna e ha scritto alla ministra Valeria Fedeli per denunciare la grave inadempienza dell’ateneo che continua a non dare seguito al giudizio d’ottemperanza, emesso dal Tar di Catania lo scorso 25 agosto, che ha deciso che il posto di ricercatore a tempo determinato in Storia contemporanea nella sede di Lingue di Ragusa era suo, in forza del bando emesso nel 2011. Ma dopo sei lunghi anni, due sentenze del giudice amministrativo (Tar Catania e Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo) e un giudizio di ottemperanza con nomina di un commissario ad acta (il prefetto di Catania), quel posto non è ancora suo.

Il caso Scirè è finito in Parlamento anche con due interrogazioni. Ma da Catania si registra una difesa a oltranza su un concorso che la magistratura amministrativa ha giudicato illegittimo, riscrivendo la graduatoria e assegnando il posto proprio allo storico, invece che a un architetto catanese; mentre quella penale ha deciso il rinvio a giudizio di tutta la commissione. «Nonostante il totale isolamento posto in atto nei miei confronti dall’Università – scrive il ricercatore alla ministra -, confido sulla sua azione, speranzoso del fatto che voglia proseguire la sua azione di controllo dei meccanismi di reclutamento universitario, per intervenire nei confronti dell’Università di Catania».

Sulla vicenda il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca rende noto di «aver chiesto gli opportuni chiarimenti all’ateneo coinvolto».  «L’Università di Catania – spiega una nota del Miur – ha fornito i seguenti elementi: sono già stati pagati al ricercatore Scirè gli arretrati a lui spettanti e Scirè è stato messo in servizio dal settembre 2014 fino al termine del triennio previsto dal bando di concorso, ovvero dicembre dello stesso anno. Un ulteriore ricorso di Scirè è stato accolto dal Tar e l’Università dovrà ora ottemperare a quanto scritto nella sentenza entro la data del 23 novembre». 

Scirè, autore di diversi saggi sui diritti civili come il divorzio e l’aborto, aspetta un segnale: «Chiedo di poter svolgere – spiega – il mio lavoro, non solo per l’esito reale e nel merito di quel concorso, ma anche alla luce di tutti questi anni di sofferenza psicologica e materiale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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