Ragusa
“Bulli” costringono compagno di scuola a ballare e a denudarsi: due denunce
Ragusa – A segnalare il caso all’Ufficio Minori e alla Squadra Mobile della Polizia di Ragusa, è stata la dirigente di un istituto scolastico della Provincia di Ragusa: nello spazio antistante la scuola, dove gli studenti attendono l’autobus alla fermata, è accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto accadere. Uno degli alunni dell’istituto era stato infatti accerchiato da un gruppetto di compagni, cinque o sei, che, dietro minacce e percosse, lo avevano costretto a ballare facendogli abbassare i pantaloni e le mutande, tra l’altro alla presenza di una ragazzina appena adolescente. Il ragazzo e che in prima battuta si era rivolto ad un’insegnante, è stato quindi ascoltato dagli investigatori alla presenza di personale specializzato e alla presenza del padre. La vittima di bullismo ha raccontato di essere stato altre volte coinvolto in scherzi e giochi “pesanti” che lui accettava pur di rimanere nel gruppo. Poi l’episodio più pesante: l’invito prima a ballare con loro alla fermata del bus, immagine ripresa dai “bulli” con uno smartphone e pubblicata in diretta su Instagram per 24 ore, e poi a denudarsi dalla vita in giù.
Al fine poi di indagare sui reati commessi dai giovani di cui la vittima non ricordava neanche i cognomi e di alcuni neanche i nomi, è stato necessario un intervento presso la scuola e grazie alla collaborazione del corpo docente, in poche ore tutti i ragazzi coinvolti sono stati individuati. I ragazzi hanno dapprima fornito diverse versioni negando di aver commesso i fatti raccontati in denuncia. Dopo pochi minuti gli investigatori hanno ottenuto una piena confessione, frutto anche di un accusarsi a vicenda per i gravi fatti commessi. Al termine delle indagini i ragazzi sono scoppiati tutti in lacrime chiedendo scusa per quanto commesso ed asserendo di essere pentiti e di non voler del male al compagno di scuola ma di aver voluto soltanto “scherzare”. Due di loro sono stati denunciati per violenza privata. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA