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Un gatto in casa protegge i bebè ad alto rischio asma

Di Redazione |

ROMA – Si infrange un luogo comune: il pelo dei gatti non rappresenta un pericolo per i bambini ad alto rischio di asma, tutt’altro. Una ricerca apparsa sul Journal of Allergy and Clinical Immunology rivela che avere un gatto in casa sin dalla nascita li protegge dalla malattia, come pure li difende da altre pericolose patologie cui sono più vulnerabili come la bronchiolite e la polmonite.

Lo studio è stato condotto presso l’Università di Copenaghen da JakobStokholm e coordinato da HansBisgaard.  L’idea consolidata è che tra le cause dell’asma vi sia la sensibilizzazione allergica al pelo di alcuni animali tra cui il gatto. Gli esperti hanno tenuto sotto osservazione dalla nascita fino a 12 anni di età 377 bambini di cui una parte ad alto rischio di asma perché portatori sul proprio Dna della alterazione genetica che più di tutte si collega alla malattia. Tutte le diagnosi di asma intercorse fino al 12/imo compleanno sono state registrate. Gli esperti hanno visto che convivere sin dalla nascita con un gatto aiuta a prevenire la malattia in questi bimbi a alto rischio e che maggiore è la quantità di allergene del gatto (quindi il pelo e altri residui dell’animale) in prossimità del lettino nel primo anno di vita, minore il rischio di ammalarsi. Anche la presenza di un cane in casa è risultata in grado di sortire un’azione protettiva ma meno evidente, ovvero non si riscontra una relazione con la quantità di allergene presente al letto del bambino. La presenza del gatto è risultata protettiva anche rispetto a polmonite e bronchiolite che sono due malattie cui sono suscettibili i bambini a rischio di asma. 

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