Qua la zampa
Le meduse invadono il mare di Trieste: il fenomeno si chiama “bloom”
A migliaia, le meduse hanno invaso le acque antistanti Trieste, spingendosi fino ad aree più o meno affollate, davanti a piazza Unità d’Italia, dove spesso si allenano canoisti e canottieri, e dove transitano barche a motore e a vela. Il fenomeno si manifesta ogni anno ma stavolta il numero sembra essere davvero enorme con interi tratti di mare completamente ricoperti da un tappeto di meduse della specie Rhizostoma pulmo, vale a dire bianche con il bordo blu.
Gli scienziati chiamano il fenomeno ‘bloom’ (e non perché Joyce e la sua Molly Bloom abbia vissuto a Trieste) e ritengono che siano tante le cause scatenanti. Una di queste senz’altro è dovuta alla sovrapesca, come afferma la ricercatrice dell’OGS (Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) Valentina Tirelli.
“Meduse e pesci spesso mangiano le stesse prede, quindi togliendo i pesci togliamo un predatore e le meduse vengono ad avere a disposizione più cibo; più cibo significa più capacità di svilupparsi”.
Tirelli ci tiene a precisare che la Rhizostoma pulmo, detta polmone di mare o dama del mare “è una medusa non particolarmente pericolosa, presente nel Golfo di Trieste quasi tutto l’anno. Non è dunque una gran novità ma è eccezionale che ci siano tanti esemplari”. Se ne andranno? E quando? “Non sappiamo dirlo, quasi sicuramente sì perché anche altri anni le abbiamo viste arrivare e poi andarsene, però dobbiamo anche ricordare che le meduse sono qui da milioni di anni, sono tra gli organismi marini più anziani del nostro pianeta. I primi fossili di meduse risalgono a circa 500 milioni di anni fa quindi loro sono nel loro ambiente – indica la scienziata – Sono organismi molto resistenti e molto ben adattati, dovremo abituarci a convivere”.
Intanto, viene segnalata a Grado (Gorizia), località balneare a pochi chilometri in linea d’aria da Trieste, la presenza di centinaia di meduse della stessa specie spiaggiate, dunque morte. Potrebbero essere state spinte dalli correnti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA