Cucciolo salvato da tragedia Rigopiano adottato da famiglia vittime

Di Redazione / 19 Gennaio 2018

FARINDOLA (PESCARA) – Li hanno trovati rannicchiati e infreddoliti, ma in buone condizioni di salute, tra neve e macerie, cinque giorni dopo che la montagna è venuta giù, il 18 gennaio di un anno fa. Il ritrovamento di tre cuccioli di pastore abruzzese, con le immagini che hanno fatto il giro del mondo, aveva riacceso le speranze, anche se l’hotel Rigopiano da quel momento ha restituito solo corpi senza vita. Oggi uno dei cuccioli è con la famiglia di Jessica Tinari, morta a 24 anni tra i resti del resort insieme al fidanzato Marco Tanda. Il padre della giovane, Mario, in questo modo ha voluto mantenere una promessa fatta alla figlia. Degli altri esemplari si prendono cura alcune famiglie di Farindola. La storia dei tre cuccioli, nati il 4 dicembre del 2016 all’interno della struttura, è divenuta uno dei simboli positivi della tragedia: «Un piccolo raggio di sole», aveva detto uno dei soccorritori dopo il recupero. I cagnolini, infatti, si sono ben presto riuniti con i genitori, Lupo e Nuvola.


Nati e cresciuti al Rigopiano, conosciuti da tutti i turisti che hanno visitato la struttura, i due cani adulti si erano messi in salvo ed erano scesi a valle, raggiungendo il centro abitato, dove erano stati rifocillati dai residenti. Dei loro cuccioli, però, non c’era traccia. Giampiero Parete e Fabio Salzetta, i due superstiti che per primi hanno lanciato l’allarme, hanno fornito indicazioni sulla posizione dei cagnolini. Erano tra le macerie di un locale attiguo a quello caldaie. I Vigili del Fuoco hanno praticato un buco nel muro e sono riusciti a salvarli. Trasportati a Penne (Pescara), erano stati rifocillati e visitati da un veterinario. La famiglia di pastori abruzzesi era stata poi riaffidata ai parenti di Roberto Del Rosso, gestore dell’hotel morto tra le macerie, i quali hanno deciso di darli in adozione. Stanno tutti bene: di loro si prendono cura alcune famiglie di Farindola.


Uno dei tre cuccioli, alla fine dello scorso febbraio, è stato adottato dal padre di una delle vittime. I familiari di Del Rosso hanno subito accolto la richiesta di Mario Tinari, papà di Jessica. Il cane si chiama Golia, come il pastore abruzzese suo nonno. Scorrendo tra le foto presenti sul profilo Facebook di Jessica, grande amante degli animali, Tinari ha trovato l’immagine di un pastore abruzzese con la scritta ‘Golia, il guardiano di Campo Imperatorè. Parlando con i Del Rosso, il papà della ragazza ha scoperto che Golia era il nonno del cucciolo preso in adozione e ha deciso di dargli lo stesso nome. Se il destino ha permesso a Lupo e Nuvola e ai loro tre cuccioli di salvarsi, altrettanto bene non è andata al sesto cane che viveva nella struttura, morto tra le macerie dell’hotel, dove stava giocando con alcuni degli ospiti quando la valanga li ha travolti.


Il ritrovamento dei cagnolini aveva anche fatto scattare una catena di aiuto anche per tanti altri cani, dopo che si era sparsa la voce che i tre esemplari erano stati affidati alla Lav di Pescara. L’associazione ha ricevuto decine di telefonate ed ha potuto invece affidare molti altri cani.

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