Allarme Wwf per 16 specie di animali: ecco quali rischiano di non vedere più il Natale

Di Redazione / 19 Dicembre 2017

Roma – I numeri parlano chiaro: in Italia per alcune specie come l’orso marsicano oggi si parla di poche decine di esemplari, e lo stesso vale per l’aquila del Bonelli (40 coppie), il gipeto (una decina di coppie in Italia, meno di 10mila in 3 continenti: Asia, Africa-Europa) o per una specie arborea che esiste solo sulle montagne della Sicilia, l’abete dei Nebrodi. Sempre in Italia anche la lucertola delle Eolie, come tanti rettili, rischia di scomparire: adattata a vivere solo su alcuni scogli di queste isole con meno di 1.000 esemplari. Alla lista si aggiungono altre specie animali globali destinate a salire su questa insolita “Arca di Natale” disegnata dal Wwf: il rinoceronte di Sumatra che condivide con tigre e orango la drammatica riduzione delle foreste; il lupo rosso (meno di 150 individui), il bradipo pigmeo (alcune centinaia superstiti in un’isola panamense), il pangolino perseguitato per le sue scaglie ritenute “miracolose” nella medicina tradizionale, e il chiurlottello, un uccello ritenuto una vera e propria chimera dagli ornitologi data la sua estrema rarità in tutta Europa. 

Pappagalli ricercati per la loro bellezza e rarità, come l’ara golablu che ha la sfortuna di nidificare proprio nei palmeti pressati dalla deforestazione. E ancora, il cavallo di Przewalski di cui vivono appena 200 esemplari in Mongolia, il Kouprey, un grosso bovide dell’Asia sud-orientale sopravvissuto con un drappello di 50 individui alla caccia. Nella mappa c’è anche una specie di corallo, la madrepora oculata scelta come simbolo della distruzione dei fondali del Mediterraneo: è una specie di profondità (250-800 metri) e la pesca a strascico e il cambiamento climatico sono i suoi nemici.


“La piaga dell’estinzione rende più labili i sistemi naturali che consentono alle foreste di regolare le temperature del Pianeta, ai fiumi di alimentare le biomasse marine, alle terre e agli oceani di produrre cibo e sicurezza – sottolinea Isabella Pratesi direttore conservazione di Wwf Italia -. Trascuriamo inoltre che molte specie prima di noi hanno trovato, attraverso l’evoluzione, soluzioni a condizioni difficili ed estreme. Ogni insetto scomparso, ogni pianta estinta, ogni barriera corallina sbiancata, potrebbe custodire le soluzioni e i rimedi ai nostri mali incurabili o ai drammatici cambiamenti che abbiamo generato”.

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