Premiato «l’usato garantito» in alcuni comuni in Sicilia. Le urne fanno tornare alla ribalta vecchi nomi della politica siciliana, amministratori di lungo corso che si riprendono la guida di città, anche a distanza di molti anni.
Pietro Puccio torna a fare il sindaco a Capaci (Palermo), Comune di 11.400 abitanti che guidò dal ’94 al ’96. L’ex presidente della Provincia di Palermo, un passato nel Pci e poi nel Pds-Ds e ora nel Pd, è stato eletto col 58,01%; l’altro candidato Erasmo Vassallo ha ottenuto il 41,99%.
Dopo 27 anni di nuovo sulla poltrona di primo cittadino di Priolo Gargallo (Siracusa, Comune di quasi 12mila abitanti che amministrò dal 1984 al 1991, Pippo Gianni: l’ex parlamentare nazionale e regionale è stato eletto con il 43,57% dei consensi; dietro di lui Alessandro Baiamonte si è fermato al 29,24%. Gianni era uscito dalla scena politica il 14 dicembre del 2014 quando dovette lasciare la carica di deputato all’Ars dopo la ripetizione parziale delle elezioni in alcune sezioni dei comuni di Rosolini e Pachino, nel collegio circoscrizionale di Siracusa.
Altro ritorno a Taormina (Messina), 11 mila abitanti: Mario Bolognari torna a fare il sindaco dopo 16 anni; è stato eletto con il 43,54% dei consensi; Salvatore Cilona si è fermato a quota 34,73% mentre Eddy Tronchet Edward (M5S) al 21,73%. Bolognari fu sindaco della cittadina turistica dal dicembre del 1993 al maggio del 2002.
Riprende la «sua» poltrona anche Bruno Mancuso, eletto a Sant’Agata di Militello (Messina), 12.500 abitanti: l’ex senatore ha vinto con il 65,94% la sfida con l’uscente Carmelo Sottile, che si è fermato al 34,06%. Mancuso guidò il comune nel 2004 con una coalizione di centrosinistra e poi fu riconfermato nel 2008. Fu eletto al Senato col Pdl, un anno fa aderì a FdI.
Ma non sempre «l’usato sicuro» funziona. E’ il caso di Giuseppe Digiacomo, che dopo due legislature all’Assemblea siciliana tra le fila del Pd, ha provato senza riuscirci a riprendersi la poltrona di sindaco a Comiso (Ragusa) lasciata una decina di anni fa.