Quando Matteo Salvini – domenica, rigorosamente il giorno prima rispetto all’arrivo in grande stile di Giorgia Meloni con al seguito mezzo governo di fede patriota – passeggiando nel padiglione Sicilia, s’è trovato da solo con Luca Sammartino, il consiglio è stato: «Dovete fare sempre più cose insieme». Il vicepremier leghista era appena uscito da una lunga visita intensiva (con molti assaggi) agli stand dei produttori veneti, lo dice senza margini di fraintendimento al suo uomo forte in Sicilia: «L’agricoltura è un campo che ci interessa molto, da sempre, dovete saperlo presidiare».
E così, sfuggito il ministero chiesto a gran voce dal Carroccio (e finito nelle mani di un meloniano doc come Francesco Lollobrigida), l’unico modo per controbattere lo strapotere di FdI, che ha già il monopolio nazionale e regionale sul Turismo, è una rete di collaborazione fra gli assessorati all’Agricoltura. Anche se, in questo caso, Sammartino dovrà interloquire con un governatore, il “doge” Luca Zaia, che nel partito viene considerato la possibile alternativa futura al segretario nazionale.
Eppure il primo terreno di sperimentazione di questo asse di ferro è frutto di un lavoro preparatorio che le Regioni avevano già lanciato da qualche tempo: un protocollo d’intesa tra Sicilia e Veneto per tutelare e valorizzare i beni riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco nell’isola di Pantelleria e sulle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Il documento è stato firmato ieri pomeriggio dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, col collega Zaia, in uno degli eventi-clou della giornata del Vinitaly di Verona. «Tra le due regioni – afferma il governatore siciliano – c’è un forte legame perché entrambe hanno una straordinaria tradizione e vocazione vitivinicola. Con questa intesa mettiamo insieme le nostre risorse al fine di tutelare, valorizzare e promuovere la qualità dei nostri prodotti e la bellezza dei paesaggi agricoli rurali». Mentre Zaia parla di «agricoltura eroica», annunciando che le due Regioni punteranno a «un finanziamento internazionale».
Tra i firmatari del protocollo, che avrà durata di cinque anni, anche il ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, l’ente Parco nazionale e il Consorzio volontario per la tutela e la valorizzazione dei vini Doc dell’isola di Pantelleria, il Consorzio tutela e l’associazione per il Patrimonio delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. A turno, un rappresentante di ogni ente presiederà la cabina di regia. Tra gli obiettivi quello di «trasferire buone prassi, garantire una formazione specialistica, condividere percorsi finalizzati alla certificazione della qualità dei prodotti, anche grazie allo scambio di esperienze. Istituito anche un comitato scientifico, nominato dal ministero sentite le Regioni e coordinato dal medesimo, con il compito di indirizzare i lavori di ricerca e raccogliere i risultati in un’ottica di condivisione».
Sammartino usa una parola che piace molto a Salvini: ponte. Parlando di «un ponte culturale Nord-Sud», di «un gemellaggio fra culture e strumenti di produzione», il tutto «mettendo al centro i produttori».
Sicilia e Veneto, due terre «caratterizzate da un paesaggio straordinario e unico per i terrazzamenti e per la secolare attività agricola che li contraddistingue». Ma anche due Regioni con l’Agricoltura saldamente in mano alla Lega. E così, col placet di Schifani, («qui mi sento fra amici», dice ai giornalisti), ben lieto di rinsaldare il rapporto con «l’amico Matteo», l’Isola del vino si avvicina sempre più ai padroni di casa del salone internazionale di Verona. Anche a costo di sistemare «alcuni rapporti che in passato hanno funzionato poco bene», come ricordano dall’assessorato regionale all’Agricoltura.
Un new deal sancito anche dalla recente visita, proprio alla vigilia del Vinitaly, di Federico Bricolo, presidente di VeronaFiere, a Palermo, per sancire quella che l’ex senatore leghista definisce «una nuova unità d’intenti». Di cui magari si noteranno gli effetti già dalla prossima edizione del Vinitaly, con la Sicilia in una vetrina migliore.
La conferenza stampa si conclude con la cassata, la colomba e i cannoli di Fiasconaro, da assaggiare con prosecco e/o passito. Un brindisi che segue quello di domenica, con il Consorzio del Prosecco in sinergia con il Consorzio Arancia rossa di Sicilia, rappresentato a Verona dal presidente Geardo Diana. Il risultato da bere è un nuovo cocktail offerto al padiglione delle bollicine venete. Che magari non riuscirà ancora a scalzare il tradizionale “Bellini” dalle carte dei bar di tutto il mondo. Ma è un esperimento interessante. Oltre che l’ennesima prova dell’asse Veneto-Sicilia. Sull’agricoltura e sul vino. Ma non solo.
Twitter: @MarioBarresi