Politica
Venti di crisi nel Governo gialloverde L’ultimatum di Conte a Salvini e Di Maio «Sono pronto a rimettere il mandato»
I venti di crisi soffiano forte sul Governo giallo verde. Il presidente Giuseppe Conte ha lanciato un vero e proprio ultimatum alle due forze politiche che sostengono il Governo, M5S e Lega e ha avvertito sulla trattativa con l’Ue.
«Chiedo – ha detto il presidente del Consiglio dei ministri – alle due forze che sostengono il governo se intendono continuare. Senza una loro risposta rimetterò il mandato. Personalmente resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento». «Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito. Se ciò non dovesse esserci non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato».
Una durata del Governo che Conte non ha quantificato: «Non posso essere certo della durata del governo: non dipende solo da me. Chiedo quindi a entrambe le forze politiche a in particolare ai loro leader di operare una chiara scelta e di dirci se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto. Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti».
Poi i paletti a Lega e M5S e soprattutto a Salvini, vero convitato di pietra: «Il governo dovrà varare una più organica riforma del fisco, non limitata alle aliquote, ma estesa a una relazione più equa tra amministrazione e contribuente. Leale collaborazione vuol dire che se il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio dialogano con l’Ue per evitare una procedura d’infrazione che ci farebbe molto male, le forze politiche non intervengono ad alterare quel dialogo riducendo quella trattativa a terreno di provocazione. Dobbiamo lavorare a una manovra economica che si preannuncia complessa, basata su un’incisiva spending review e su tax expenditure. Saremo chiamati a scelte
delicate ma che richiedono forte condivisione» nel governo, nel rispetto «dell’equilibrio dei conti» perché «rimaniamo esposti alla fiducia degli investitori per il nostro debito». «I provvedimenti che il governo deve mettere in campo richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal
collezionare like nella moderna agorà digitale. Purtroppo il clima elettorale non si è ancora spento, è un clima che non giova all’azione di governo».
«Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica» ha replicato su Facebook Matteo Salvini, pochi minuti dopo le parole del premier Giuseppe Conte. «Proprio oggi ad esempio ho inaugurato col governatore Zaia il primo tratto della Pedemontana Veneta, opera fondamentale attesa da quasi trent’anni. L’Italia dei sì è la strada giusta». Il leader della Lega detta l’agenda: «Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, decreto sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA