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Vendita beni confiscati, Armao: «Decreto sicurezza depreda la Sicilia»

Di Carmela Marino |

Palermo – “Proporrò al presidente della Regione, Nello Musumeci, l’impugnazione delle norme del decreto sicurezza relative all’assegnazione delle somme derivanti dalla vendita di beni confiscati che l’assessorato ritiene pregiudizievoli per la Sicilia. A decidere saranno Giunta e presidente”. A precisarlo è il vice presidente della Regione siciliana e assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao, che ieri a margine di un convegno sulle misure di prevenzione alla Scuola delle Scienze giuridiche ed economico-sociali di Palermo non aveva lesinato critiche alla norma che prevede che il 90 per cento dei proventi venga ripartito per il 40 percento al Ministero dell’Interno, per un altro 40 per cento a quello della Giustizia e per il 20 per cento all’Agenzia dei beni confiscati. Il 10 per cento rimasto, invece, confluisce in un fondo costituito al Viminale per le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il provvedimento, ha precisato ieri Armao, non prevede, in caso di vendita dei beni confiscati alla mafia, alcuna restituzione al territorio. “Alle Regioni non arriva niente – aveva detto l’assessore all’Economia -. Il 50 per cento dei beni confiscati alla mafia è in Sicilia, così assistiamo a un paradosso: i siciliani sono depredati due volte: prima dalla mafia e poi dallo Stato”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA