L’input da Roma è arrivato in mattinata con uno scambio di telefonate e messaggi tra i vertici di FdI e i dirigenti locali: bloccate l’aumento Istat delle indennità ai parlamentari siciliani. Troppe le polemiche. Poco importa se l’incremento di 890 euro lordi al mese, per ognuno dei 70 onorevoli, sia scattato per una norma di nove anni fa che prevede l’adeguamento delle buste paga al costo della vita. In un periodo di crisi, è il ragionamento fatto a Roma, questi aumenti appaiono poco giustificabili di fronte a una opinione pubblica che arranca tra caro bollette e inflazione.
Proprio l’impennata dei prezzi sopra l’8%, si è tradotta quest’anno per le casse dell’Assemblea siciliana in una maggiore spesa di 750 mila euro per le indennità dei deputati. Nella maggioranza, ma anche tra le fila delle opposizioni, però c'è chi ha ritenuto l’invito romano come "una ingerenza" sull'autonomia dell’Assemblea, al di là del caso specifico. E così mentre il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno (FdI), ha chiesto agli uffici di verificare l’eventuale percorso da fare, tra i parlamentari del centrodestra non sono pochi i mugugni per la marcia indietro richiesta. In queste ore si stanno valutando emendamenti abrogativi della norma del 2014 o in alternativa la possibilità di un ordine del giorno che impegna l’Ars. Ma c'è chi insiste per respingere le pressioni romane e lasciare le cose come stanno.
«Saranno pure automatici, ma in un momento come questo, in cui famiglie e imprese soffrono terribilmente, rischiano di essere immorali. È per questo che ci rinunceremo e devolveremo le somme relative a progetti per la pubblica utilità, come del resto abbiamo sempre fatto con parte dei nostri stipendi», dice il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.
Un emendamento abrogativo della norma è stato depositato dal leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca. «Non è necessario inventarsi progetti di utilità collettiva o farlocche e fantasiose forme di beneficenza, difficilmente verificabili, o peggio ancora presentare ordini del giorno in ossequio di direttive provenienti dall’alto da ambienti politici che tutto potrebbero fare tranne che dare lezione di morale: si voti il nostro emendamento così da mettere fine a questo festival dell’ipocrisia e della doppia morale». E di ipocrisia parla anche il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro. «Non c'è molto da girarci attorno – sostiene – Se il presidente dell’Ars vuole bloccare gli aumenti così come sembra di capire, l’unico modo è presentare una proposta che modifichi la legge del 2014. Lo faccia, e noi saremo pronti a votarla».
Secca la provocazione di Gianfranco Miccichè, leader di Fi nell’Isola ma isolato all’Ars dal suo partito: «Invece di bloccare l’aumento Istat, tagliamo l’indennità dei deputati e portiamola dagli attuali 11 mila euro lordi al mese a 2 euro». E lo ha messo pure per iscritto in un emendamento al ddl di stabilità regionale in discussione all’Assemblea in queste ore.