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Testa a testa Musumeci-Cancelleri Micari parte dietro, Crocetta incide

Di Mario Barresi |

Sembra tanta roba, ma entro la fine della settimana ogni banco di nebbia di questa intensa estate elettorale si sarà diradato.

E dunque sventolerà la bandiera a scacchi. Alla partenza è già un testa a testa fra Musumeci e Cancelleri. Secondo un sondaggio commissionato da Energie per l’Italia per conto di #DiventeràBellissima e realizzato da Lorien Consulting dal 26 al 28 agosto, il candidato unico del centrodestra è avanti di un’incollatura rispetto al grillino. In uno scenario a tre Musumeci è al 40,5%, due punti sopra Cancelleri (38,2%); staccato Micari con un 21,3%. Ma viene simulato uno scenario con il “fattore C”: ovvero Crocetta. Che, con l’11,5%, ruba consensi al centrosinistra e al Pd (il rettore di Palermo crolla al 13,3%), incidendo poco sulla volata per Palazzo d’Orléans dell’ex presidente della Provincia di Catania (39,2%), che anche in questo caso però batte il competitor dei 5stelle (35,9%).

Due precisazioni importanti. Prima: nella rilevazione non vengono misurati tutti gli altri candidati, né tanto meno un nome unitario della sinistra, che – nel caso ad esempio di Claudio Fava – potrebbe essere competitivo. Seconda: non si tiene conto della forza delle liste, decisiva in un sistema elettorale con scheda unica, che scoraggia il voto disgiunto fra governatore e Ars. Ed è proprio su questo che punta Micari, confidando nell’effetto-trascinamento degli acchiappavoti di Pd, Sicilia Futura, Alfano e Orlando. Lo stesso ragionamento che si fa nel quartier generale di Musumeci, che aspira ad almeno 5-6 liste a sostegno, con la prospettiva di aumentare il vantaggio su Cancelleri.

Ma il candidato del centrosinistra ha due problemi aggiuntivi. Uno è di notorietà. Micari, come si vede nel grafico riassuntivo, è fra i meno conosciuti dai siciliani (appena il 3,7% quella spontanea; 36,8% quella globale). E qui s’incrocia il secondo problema: Crocetta. Il più conosciuto, ovviamente, dagli elettori (oltre 8 su 10), anche se soltanto il 18,3% ha un giudizio positivo sull’operato del governatore uscente. Cosa farà il Pd?

E c’è un dato che potrebbe rafforzare un’idea che circola con insistenza nel centrosinistra: un ticket fra Micari e Giovanni La Via (Ap) sul modello di quello Musumeci-Armao. Un modo per recuperare consensi nella Sicilia orientale, forti anche di un altro risultato del sondaggio: l’europarlamentare alfaniano è in assoluto il personaggio sondato con più credibilità (44,3%), superando anche Musumeci (38,4%) e Cancelleri (33,1%). E La Via, con 174 punti, è terzo, dopo i candidati di centrodestra (243) e M5s (187), nell’“indice di equità”, un mix fra conoscenza e credibilità. In questa classifica, Crocetta batte Micari 83-62. Molto più bassi, per la cronaca, i dati relativi a Gaetano Armao, fino a qualche giorno fa in lizza come potenziale candidato di Forza Italia e moderati contro Musumeci. L’avvocato palermitano ha un indice di 37, poco sotto Roberto Lagalla (40), ma di poco superiore al parlamentare di Forza Italia Basilio Catanoso (33).

Last but not least: l’affluenza prevista. Un trionfo del partito del non voto. Appena il 47,6% degli aventi diritto, in Sicilia, sa che il 5 novembre si vota per le Regionali, con un astensionismo stimato nel 52%. Appena tre elettori su dieci si dichiarano certi di recarsi alle urne, il 14,4% lo farà probabilmente. E allora è nell’altra metà del cielo – quella di un’Isola sfiduciata e critica nei confronti della politica – che gli aspiranti inquilini di Palazzo d’Orléans e di Palazzo dei Normanni dovranno convincere. Per far vincere il loro progetto di Sicilia. O magari soltanto per sopravvivere. Evitando l’estinzione.

Twitter: @MarioBarresi

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