Politica
Tensioni M5S in Sicilia, Foti: “A Sala d’Ercole un clima pessimo. Separati di fatto”
Che clima si respira nel gruppo del M5S, onorevole Angela Foti?
«Pessimo».
Della serie: più chiaro di così…
«Non vedo perché nascondersi. Io ieri sera (mercoledì per chi legge, ndr) sono stata coerente. In aula si votava una norma sui fondi della Crias, che significa ossigeno per centinaia di piccoli artigiani siciliani. In commissione c’era un’intesa abbastanza vasta fra tutti i gruppi, tranne col mio. È assurdo che il M5S si tiri fuori da una proposta che non è di destra o di sinistra, né di maggioranza o di opposizione. È corretta, punto».
Non è la prima volta che vota, in dissenso col suo gruppo, a favore di norme del governo e della maggioranza.
«L’ho fatto, e i miei colleghi lo sanno, per il primo articolo della legge sui rifiuti e per le concessioni ai balneari. Io entro nel merito delle questioni. E provo disgusto per la politica che fa delle cose utili l’agnello sacrificale in nome di pestare i piedi. Non ritengo di violare i principi fondativi del movimento, anzi li esercito in pieno rispettando ciò che considero un comandamento: ingoiare qualche rospo pur di fare una cosa buona».
La sua non è una posizione solitaria. La spaccatura nel gruppo all’Ars è evidente. Nell’ultima votazione sembravate ognuno per i fatti propri…
«Eravamo, non sembravamo… C’è una diversità di vedute. E la mia non è una posizione solitaria. Tanti altri la pensano come me. Contrariamente a qualcuno che, come sul provvisorio, si presta col giochetto stupidino della bocciatura di una norma tecnica a ottenere l’effetto opposto: la maggioranza di Musumeci s’è ricompattata alla grande. Un errore di tattica politica, oltre che di visione».
Insomma, si può essere grillini senza dire sempre di no…
«Chi l’ha detto che non si può realizzare parte del nostro programma anche dai banchi dell’opposizione? All’Ars in passato ci siamo contraddistinti per essere riusciti a incassare nostre leggi o parti di norme volute da noi. Perché dovremmo rinunciarci ora? Se non abbiamo prodotto un’idea su consorzi di bonifica o edilizia popolare perché non sedersi a vedere cosa ne pensano gli altri?».
I più maliziosi, anche nel suo gruppo, pensano che ci sia un nesso fra questa disponibilità al dialogo e l’elezione “a sua insaputa” a vicepresidente dell’Ars. Il centrodestra non l’ha scelta a caso…
«Ma quando mai… Io non le ho mai mandate a dire. Rompo le balle, oggi come ieri. Non bisogna perdere la memoria. Le scuole medie le abbiamo fatte, quindi facciamoci passare queste paturnie. A chi diceva che stavo per passare alla Lega ho risposto che piuttosto mi rifaccio bionda… I pettegolezzi non mi interessano, altrimenti sarei da Barbara D’Urso».
Insomma, Angela Foti è sempre di lotta, senza tentazioni di governo…
«Per me non è cambiato nulla, io non sono cambiata. Se c’è qualcosa che reputo dannoso, o magari soltanto un inutile spot, non la voto manco sotto tortura… Se ci sono norme utili o positive, oggi come ieri, io studio e, se mi convincono, le voto. Sia chiaro: non è che perché sono diventata vicepresidente non servo più alla vita di gruppo e posso stare qui nelle stanze dorate a smaltarmi le unghie o a passare tempo a tagliare nastri».
Quanto pesa, nel vostro “spogliatoio”, l’assenza di Cancelleri?
«Eraclito diceva che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume. La figura di Giancarlo era fondamentale, ma forse all’Ars cominciava a sentirsi in gabbia. Era sprecato e infatti ora nel suo nuovo ruolo, che è stato un sacrificio perché ha rinunciato al certo per l’incerto, sta facendo un grande lavoro. Certo, la mancanza del “maschio alfa” forse ci ha destabilizzato un po’, ma, pur non essendoci una personalità come la sua, non è detto che debba prevalere il caos».
È ipotizzabile una separazione consensuale nel gruppo del M5S?
«Le separazioni non si fanno a tavolino. Ma oggi c’è una separazione di fatto. Io tiro dritto per la mia strada, che è la strada del movimento. E, bonariamente, continuo a credere nell’impegno di tutti gli altri. Se poi c’è qualcuno che continua a scambiare il gruppo per un salotto o per un club di anziani rancorosi, sono fatti loro. Sono loro a sbagliare, non io».
Quant’è verosimile lo scenario di uno sdoppiamento del vostro gruppo?
«Zero, per quanto mi riguarda. Io resto dove sono. Se qualcuno pensa di allontanarsi la cosa non mi riguarda…».
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