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REGIONE
Spettacoli in Sicilia, fiumi di fondi pubblici agli amici degli amici: ecco come funziona la ricca Tabella H “4.0”
In nome della «promozione turistica» oltre 8 milioni a 80 soggetti privati con tre norme “ad associazionem”. Tutto senza evidenza pubblica, per eventi di cui talvolta non c’è traccia. A tutti gli altri le briciole del Furs svuotato
Agosto 2013, Sala Rossa di Palazzo dei Normanni. Accaldata conferenza dei capigruppo, per porre rimedio all’inchiummata (così fu definita all’epoca) del commissario dello Stato sulla finanziaria regionale, impugnata anche nella parte della famigerata Tabella H. Rosario Crocetta, però, cerca di tenere il punto. «Non si può buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. In quell’elenco ci sono porcherie, ma anche cose buone. Per esempio: dobbiamo finanziare l’associazione Tinto Brass!». Brusio in sala. Sorrisetti e gomitate, finché Salvo Pogliese, allora giovane vicepresidente dell’Ars, rompe il muro dell’imbarazzo: «Presidente, forse volevi dire il Brass Group…». E il governatore, con una crassa risata: «Sì, vabbe’, è stato un lapsus freudiano».
Era morta la Tabella H.
Evviva la Tabella H.
Il “club dei fortunati”
Oggi, a quasi dieci anni di distanza, la politica siciliana è riuscita a riproporre lo stesso sistema – già allora ritenuto incostituzionale, perché l’Ars non aveva «osservato criteri obiettivi e trasparenti nella scelta dei beneficiari dei contributi» – in modo più ancor più spudorato e redditizio per i pochi fortunatissimi destinatari. Se nel 2013 la torta era di 24 milioni spartiti a 135 enti e associazioni dei più disparati settori, alcune delle quali con storie prestigiose alle spalle, adesso c’è una collaudata specializzazione. Soldi a pioggia nel variegato panorama di spettacoli ed eventi diventati potenti recettori di fondi pubblici. Con numeri che invertono la piramide del Furs.
Lo storico Fondo unico regionale per lo spettacolo, progressivamente svuotato (i contributi ai privati sono scesi dai 4,4 milioni del 2022 ai 3,6 milioni del 2023), infatti, quest’anno assegna 3.233.726 euro a circa 200 destinatari nel capitolo del teatro e 1.142.400 euro a 69 associazioni musicali. Tantissimi aspiranti che devono dividersi le briciole, sempre più polverizzate, dopo una «valutazione comparativa» dei progetti e alcuni criteri oggettivi, come l’essere operanti nei settori di teatro, danza e musica attive da almeno tre anni con sede in Sicilia.
Per un ristretto club di destinatari è invece cominciato il regime della pacchia. Atti e numeri: con tre “leggine” dell’Ars sono stati assegnati oltre 8 milioni a 80 soggetti privati. In media 100mila euro a testa, con picchi da 300mila, con alcuni finanziamenti multipli per gli stessi soggetti.
La prima strenna arriva con una variazione del bilancio regionale 2023, a novembre, con la legge 25: ben 5.630.000 euro a soggetti pubblici e privati, inseriti nella “Tabella 1”, «per la realizzazione di interventi e programmi di promozione turistica e culturale», soprattutto eventi natalizi nei Comuni, di cui una fetta (505mila euro) va a 9 associazioni, purché «presentino apposita istanza, entro sette giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, contenente le finalità dell’intervento da realizzare». Ma la vera manna arriva con il primo collegato post manovra, quello per antonomasia delle mancette a tutto tondo: nella “Tabella III” della legge 3/2024 spuntano 7.483.550 euro per «interventi di promozione» a disposizione del dipartimento Turismo, di cui 2.203.542 destinati ad appena 16 privati, con contributi di due “tagli” (97mila e 145mila) e due superbonus da 242.500 e 194.000 euro. La terza generosa tranche di risorse arriva nella manovrina d’agosto. Stavolta si chiama “Allegato 9” della legge 25/2024: cubatura complessiva di 8.555.400 euro per «contributi straordinari per interventi nel settore del turismo», dei quali quasi 2/3 (5,4 milioni) assegnati a 51 associazioni.
Ma a chi sono andati questi soldi? La Sicilia nel rispetto della logica crocettiana dell’«associazione Tinto Brass» – e cioè, scherzi a parte, evitando generalizzazioni semplicistiche e senza criminalizzare chi fa bene il proprio lavoro – ha analizzato alcune delle situazioni più particolari.
La “galassia” di Auteri
Dietro a diciture generiche e «varie» c’è di tutto. Nel testo approvato il 31 gennaio 2024, all’articolo 25, per esempio, in mezzo ai fondi per i Comuni, spuntano quelli per le associazioni culturali. Tra i primi ad attirare l’attenzione ci sono due finanziamenti dello stesso importo, 97mila euro, per la Teatro e dintorni di Messina e l’associazione C&M di Santa Venerina. L’oggetto dei contributi è praticamente identico: «Interventi per la gestione e incentivazione delle stagioni teatrali e le rappresentazioni di compagnie di teatro nazionale» al teatro Annibale di Francia di Messina la prima, e al Teatro Duemila di Ragusa per la seconda. Stesso oggetto anche per i 145.500 euro andati all’associazione Si può fare di Catania, stavolta per i teatri Rosso di San Secondo di Capo d’Orlando e Pardo di Trapani.
Lavorando nello stesso settore, può capitare di conoscersi un po’ tutti. Così è per le tre associazioni citate, i cui cartelloni propongono in più occasioni gli stessi spettacoli, spesso prodotti di Abc produzioni o dell’associazione culturale Progetto Teatrando di Sortino. La prima fondata dal deputato regionale di Fratelli d’Italia Carlo Auteri, la seconda riferibile al suo socio e amico Mario Fraello. Imprenditore dello spettacolo e del teatro, Auteri ha un cuore che batte, oltre che a destra, al cineteatro Abc e allo storico Angelo Musco di Catania.
L’associazione C&M di Santa Venerina (costituita a gennaio 2023 ma iscritta mesi dopo al registro delle imprese), ha per legale rappresentante Martina Lizzio. Quando C&M è appena nata, a maggio, presenta all’assessorato regionale al Turismo due istanze per il patrocinio oneroso di altrettanti spettacoli già fatti a Nicolosi: 10mila euro da una parte e 5mila euro dall’altra, entrambi accordati «quale bonus concesso dall’onorevole assessore» (così si legge nei provvedimenti), a luglio e agosto di quell’anno. A produrre le pièce è l’associazione culturale Abc, biglietti in vendita sul sito del teatro catanese. Che Lizzio sia vicina all’onorevole Auteri e all’Abc è lo stesso deputato regionale a dichiararlo sui social. Citandola in quel «gruppo di amici che ha creduto in un progetto artistico firmato da Guglielmo Ferro, Antonello Capodici ed Enrico Guarneri», al cui comando stanno proprio Lizzio e Fraello.
Discorso simile vale per l’associazione culturale Si può fare di Catania, nel cui consiglio direttivo siedono Salvatore e Tommaso Patania, padre e figlio, e Santo Rapisarda, rispettivamente direttore di scena, macchinista e addetto alle luci del teatro Abc. Tutt’e tre, giusto per citare un esempio, al lavoro per “Il berretto a sonagli”, capolavoro pirandelliano diretto da Guglielmo Ferro, spettacolo che dall’Abc passerà sia all’Annibale di Messina (direttore artistico Pietro Barbaro, attore, regista e organizzatore) sia al teatro Garibaldi di Modica: la fondazione che gestisce quest’ultimo, nella finanziaria di gennaio, ha ottenuto un contributo di 97mila euro per le «attività statutarie».
Stesso discorso vale per l’associazione Archidrama di Giarre: 97mila euro di finanziamento a gennaio 2024 per le stagioni dei teatri Garibaldi e Rex, con la direzione artistica di Alfio Zappalà, organizzate per anni in collaborazione con il teatro Abc. Il cui logo era presente nelle locandine almeno delle stagioni 2022/23 e 2023/24, e di cui non c’è traccia, invece, nella stagione 2024/25. Alla medesima Archidrama sono andati, poi, 58.800 euro nella manovrina estiva pubblicata il 16 agosto – e pagata a fine ottobre – per gli appuntamenti che si sono svolti all’anfiteatro Lucio Dalla di Milo. Identica somma è andata all’associazione Pro Loco di Milo per il concerto “Caro amico ti vengo a cercare”, tributo a Dalla e Franco Battiato, realizzato nell’anfiteatro con la direzione artistica, sempre, di Zappalà.
«I gruppi, le bande, gli artisti vanno sostenuti», arringa Auteri in un post su Facebook a luglio 2023. «Ho fatto accreditare al Comune di Sortino 75mila euro dall’assessorato al Turismo», rivendica il deputato regionale meloniano, ringraziando i colleghi per avere votato il suo emendamento per una gara in Val d’Anapo. In quel periodo, si parla molto di “Vi.Vi.Vi. Sortino – Vieni, visita, vivi Sortino”. A organizzarla è l’associazione di promozione sociale (sortinese) Faremusica, diretta dal musicista Gianfranco Rafalà. La stessa che ha ottenuto, nell’assestamento di agosto, 88.200 euro per la «realizzazione del festival medievale nelle città di Palazzolo, Ferla, Buccheri, Buscemi e Sortino». La manifestazione si è chiusa la domenica scorsa. Sui media locali, oltre ai patrocini dei Comuni e al contributo della Regione, si cita il «supporto del deputato regionale Carlo Auteri». «Con Gianfranco mi lega una vecchia amicizia», scrive il politico-imprenditore in un post sul suo profilo Facebook, a settembre scorso, commentando uno scatto che lo ritrae col direttore artistico.
Il groviglio di interessi
Sempre dalla provincia di Siracusa arriva, poi, un’altra delle triangolazioni legate al mondo degli spettacoli. Il carnevale sortinese 2024 ha ottenuto dalla Regione un finanziamento di 3.500 euro destinati all’associazione culturale Rusina. Pochi spiccioli, concessi dall’assessorato a gennaio 2024, qualche giorno prima che la manifestazione si svolgesse.
La Rusina ha sede in via Sant’Anna, a Ragusa, a pochi numeri civici dalla Marcello Cannizzo agency, una delle più note società di organizzazione di concerti ed eventi dal vivo di tutta la Sicilia. Il legame tra Cannizzo e Rusina emerge dai social del fondatore dell’azienda e da articoli di stampa pubblicati sui quotidiani siracusani. Per la manifestazione “Pachino-Noto-Ramacca Carneval fest”, l’associazione ha ottenuto a gennaio 2024 un finanziamento da 121.250 euro dalla Regione. In questi giorni, la Marcello Cannizzo agency promuove il concerto di Gerardina Trovato, il prossimo 9 novembre, in piazza Vittorio Emanuele, a Pachino, nell’ambito dell’Eloro fest.
L’«amico Gennuso»
E anche qui spuntano i finanziamenti regionali: 156.800 euro all’associazione Festival della musica di Noto assegnati nella manovrina finanziaria di agosto 2024. I primi contenuti sui profili social dell’associazione sono datati 2024. Periodo in cui si sono svolte le attività: un concerto degli Zero Assoluto in piazza Municipio, a Noto, durante il “Festival della primavera”, finanziato a gennaio, sempre dall’assessorato al Turismo, con 97mila euro.
Il presidente dell’associazione è il giovane avvocato di Rosolini Peppe Giallongo. Come spesso accade, anche stavolta sono i social a raccontare non solo l’impegno per la cultura ma anche quello in politica: «Ho sempre creduto in te, nella tua integrità e nelle tua buona fede. Oggi è stata emessa una sentenza che finalmente ha fatto giustizia: sei stato assolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste», scrive Giallongo nell’ultimo post pubblico sul suo profilo, a corredo di una foto che lo ritrae con il deputato regionale Riccardo Gennuso, di Forza Italia. Partito per il quale l’avvocato si spende non solo nel territorio di Rosolini.
Nella stessa tornata di finanziamenti estivi, all’associazione Rusina arrivano anche 191.100 euro per l’organizzazione del Blue fest: si trovano i fondi, ma non si trova l’evento, forse ancora in attesa di essere realizzato.
L’autonomia di Taormina
Risalendo la Sicilia orientale, si trova un contributo monstre di 300mila euro (il più alto in assoluto disposto nelle tre leggi ad associazionem) a favore dell’associazione culturale BM produzioni musicali per l’organizzazione del «concerto-evento» di tributo a Franco Battiato, realizzato alla villa Bellini di Catania lo scorso 28 settembre. Il progetto risulta essere stato trasmesso alla Regione il 16 settembre, appena due settimane prima della realizzazione dell’evento.
Di contributo particolarmente sostanzioso si parla anche nel caso della Fondazione Taormina in the world – Mazzullo Foundation, la cui storia si intreccia con il carisma di Cateno De Luca, sindaco della città perla dello Ionio e, soprattutto, ideatore della fondazione. Il leader di Sud chiama nord ne aveva annunciato la nascita a settembre 2023, da Venezia, sul palco di uno degli appuntamenti collegati alla Mostra internazionale del cinema.
De Luca aveva deciso di tirare fuori il Comune dalla Fondazione Taormina Arte, in cui il municipio sarebbe stato in una posizione minoritaria rispetto alla Regione. Contestando, cioè, una gestione un po’ troppo palermocentrica delle iniziative legate al territorio taorminese. La Fondazione Taormina in the world avrebbe dovuto essere tutta un’altra storia: ridare al municipio diritto di scelta sulla città che più di tutte, nell’Isola, è capace di attrarre turisti.
Nata a dicembre 2023, a gennaio 2024 la nuova creatura poteva contare già su un finanziamento regionale di 194mila euro destinati ad «attività statutarie». Eppure, se di promozione turistica si doveva parlare, a estate ormai trascorsa non c’è traccia di niente che si sia fatto. Ad agosto, il contributo viene abrogato e viene stabilito che le somme vadano trasferite al Comune.
La fondazione TaoArte, gemella diversa della creatura deluchiana, invece va avanti: nel 2024 l’assessorato al Turismo le ha destinato un milione di euro, da dividere metà al Taormina Film Fest e metà al TaoBuk. La festa del libro taorminese è organizzata dall’associazione culturale Taormina book festival, a cui quest’anno sono toccati 145.500 euro di contributo regionale.
Il sistema: Tabella H “4.0”
Eccola, la Tabella H “4.0”. C’è un fil rouge che lega tutti i finanziamenti (compresi quelli di quest’altro articolo; altri ancora li approfondiremo nei prossimi giorni) di Mamma-Regione ai pochi “prediletti” del settore. Molti, infatti, gli elementi in comune. A partire dalla matrice dei fondi: l’assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, lo stesso dei “fondi allegri” stanziati, e poi revocati dal governatore Renato Schifani, per lo scandalo siculo-lussemburghese di Cannes, lo stesso dei fondi di “SeeSicily” finiti inchieste di Procura e Corte dei conti e in parte tagliati dalla Commissione europea. Sì, perché il cuore del sistema resta un obiettivo in teoria nobile: la «promozione turistica» che è l’espediente burocratico per assegnare i fondi alle associazioni private per eventi sul territorio. Qualcuno, un giorno, dovrà pure spiegarci quale incremento di visitatori in Sicilia può portare la sagra dell’arancino di Rosolini.
La puzza di bruciato, però, non è soltanto nella forma. Ma soprattutto nella sostanza. Contributi a pioggia, assegnati senza alcuna evidenza pubblica, a destinatari “prediletti”, che non devono avere i più rigidi requisti previsti dal Furs, dal quale, in barba al divieto di cumulare altri fondi del bilancio regionale, alcuni attingono pure qualche spicciolo. Ci sono associazioni che risultano costituite poche settimane prima del finanziamento per eventi talvolta dal costo fuori mercato, alcune rassegne sono “fotocopie” l’una dell’altra, con un aggrovigliato kamasutra fra Comuni, associazioni e agenti, con dentro quasi sempre i soliti noti. E poi manifestazioni, già pagate con fino all’80% di anticipazione del dipartimento Turismo con la semplice presentazione del progetto, di cui ancora non c’è traccia. Del resto, le nuove dizioni della vecchia Tabella H – dicansi “Tabella 1”, “Allegato 9” o “Tabella III” – presentano oggetti tanto generici da risultare nebulosi: si va da «manifestazioni culturali» a «promozione territoriale» fino al jolly delle «iniziative promozione turistica».
In questo contesto, diventa un dettaglio, seppur pruriginoso dal punto di vista politico, che a fare da mattatrici siano le associazioni della rete di Auteri, potente esponente aretuseo della “corrente turistica” di FdI, con il forzista Gennuso a sfidarlo nel derby del Sud-Est siciliano, autentico Eldorado dei fondi turistici per gli spettacoli. Sì, perché – leggendo bene l’elenco dei destinatari – si evincono altri “patrocini” trasversali. Anche dei partiti all’opposizione. Nessuno escluso.
E ciò spiega il silenzio seguito alla denuncia di 103 associazioni siciliane del mondo dello spettacolo, rimaste fuori dalla tavola imbandita, con un’istanza legale alla premier Giorgia Meloni (indirizzata anche a Quirinale, Anac, commissario dello Stato e Corte dei conti) per «promuovere innanzi alla Corte costituzionale questione di legittimità» dell’ultima leggina-bancomat di agosto. Ma il tempo è scaduto. E pure da Roma nessuna risposta. Anche lì, forse, solo un’implicita risata di scherno.