CATANIA – Mentre, nella roulette giallorossa, la pallina compie gli ultimi giri, le certezze sui sottosegretari siciliani rotolano fra nomination (molte) e certezze (pochissime). Uno dei rari elementi sicuri è l’ultimo blitz di Luigi Di Maio, che punta tutte le fiches del suo zoccolo duro siciliano su Giancarlo Cancelleri. Il quale, finora snobbato dai retroscenisti nazionali, nelle ultime ore viene dato fra i papabili per un ruolo nel settore che sognava di avere da ministro: i Trasporti. Lo storico leader dei grillini siciliani, stavolta, ha speranze concrete per fare il sottosegretario, dopo aver riflettuto a lungo sull’opportunità di lasciare la vicepresidenza dell’Ars per rivestire nel «ruolo chiave in un ministero dal quale si può davvero incidere sul futuro dell’Isola» invocato dai portavoce siciliani al Parlamento sbandierando il loro peso numerico a Roma (circa 1/5 del drappello pentastellato) e soprattutto i risultati alle Europee.
Cancelleri vorrebbe essere della partita. E Di Maio ci prova, anche a costo di forzare una procedura in corso e di spaccare il fronte, tutt’altro che unito, dei portavoce siciliani. Il capo politico, infatti, anche per “delocalizzare” gli scontri fra i pretendenti, ha annunciato una procedura per la selezione di viceministri e sottosegretari da proporre, in quota M5S, a Giuseppe Conte. Ovvero: tutti i deputati e senatori delle commissioni stanno indicando delle rose di 4-5 nomi per ambito. Di Maio, comunque, dopo aver consultato i “listini” s’è riservato la facoltà di scegliere, pescando anche fuori. Cancelleri, nella white list dei Trasporti, non c’è. L’unico siciliano indicato dai colleghi per il dicastero ora a guida dem è il deputato palermitano Adriano Varrica. Nome tutt’altro che sgradito al gruppo di Cancelleri, che potrebbe comunque essere rimesso in gioco d’imperio dal capo politico per i Trasporti. O finire all’Agricoltura, dove non c’è alcun siciliano in lizza.
Per il resto, i siciliani più quotati, incrociando aspirazioni dei singoli e indicazioni dei parlamentari, restano gli stessi. Il barcellonese Alessio Villarosa, sottosegretario al Mef, punta alla riconferma nonostante la concorrenza dei big Laura Castelli e Stefano Buffagni. E dunque potrebbe accontentarsi di un posto al Sud. Anche il capogruppo a Montecitorio, il messinese Francesco D’Uva, è in pole ai Rapporti col parlamento, ministero che avrebbe pure potuto guidare, o in alternativa ai Beni culturali o all’Istruzione. Nei “listini” votati in queste ore, inoltre, gli altri con chance di successo sono la deputata catanese Laura Paxia (indicata per lo Sviluppo economico) e il palermitano Giorgio Trizzino, in ballottaggio con Pierpaolo Sileri per la Salute.
Altri siciliani sono negli elenchi di potenziali sottosegretari sul tavolo di Di Maio, ma con minori possibilità di successo secondo i bookmaker pentastellati: Steni Di Piazza al Lavoro; Roberta Alaimo agli Affari costituzionali; Pietro Lorefice e Filippo Scerra agli Affari europei; Andrea Giarrizzo all’Innovazione; Vittoria Casa all’Istruzione; Vita Martinciglio al Sud. Di molte più possibilità di successo, per un ruolo al Miur, è accreditata una “fuori quota”, in quanto siciliana emigrata (ed eletta) in Lombardia: la siracusana Lucia Azzolina, in lizza anche per gli Affari regionali.
Molto più angusto il sentiero per gli aspiranti siciliani del Pd. «La Sicilia ha già il ministro del Sud», è il muro alzano nelle scorse ore da un big del Nazareno. Un’indiscrezione che combacia col calo d’adrenalina fra i papabili. Dall’entourage renziano (ma “tendenza Guerini”) fanno trapelare che la senatrice catanese Valeria Sudano non è mai stata interessata alla corsa, anche se – a Roma quanto a Palermo – continuano ad accreditarla come «l’unica che ce la può fare davvero». In lizza, con minori speranze, resta la franceschiniana Teresa Piccione. E poi un’incognita messinese: l’ex rettore Pietro Navarra, oppure, a sorpresa ma fino a un certo punto, Pippo Laccoto per disinnescare il suo ricorso al Tar che rischia di defenestrare Franco De Domenico dall’Ars. «Ma non ci sarebbe da sorprendersi – confessa un dem siciliano di peso – se nel Conte bis non ci fosse alcun sottosegretario siciliano del Pd». E così, forse, sarà.
Ma la partita dei 42 sottosegretari ancora non è chiusa. Gli ambasciatori di M5s e Pd stanno provando a portare un elenco di nomi più o meno completo a Giuseppe Conte in tempo per il Consiglio dei ministri convocato alle 15. Ma i Dem sono pessimisti: «Noi siamo pronti ma i Cinque stelle no». «Noi vorremmo accelerare ma gli altri vogliono più tempo», dice Leu. E le nomine potrebbero slittare di qualche giorno anche se sarebbe un auspicio del Quirinale, secondo fonti parlamentari, che il governo sia a pieni ranghi e a pieno regime quanto prima.