PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha varato all’alba la Finanziaria, al termine di una seduta fiume durata tutta la notte. La legge di stabilità è stata approvata con 34 voti a favore e 28 contrari, dopo avere raggiunto una intesa su un maxi emendamento relativo alla copertura dei tagli. Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci aveva convocato una seduta straordinaria di giunta in seguito alla bocciatura in aula, a causa di franchi tiratori tra le fila della maggioranza, della norma che spalmava un disavanzo di 544 milioni nel triennio.
Alla fine la scelta, travagliata, difficile e per certi versi rinunciatari, ma in fondo necessaria, è stata quella di completare la Finanziaria con gli articoli già votati, evitando di proseguire nella trattazione degli articoli accantonati. Un modo per accelerare, semplificare e soprattutto evitare ulteriori conflitti all’interno di una coalizione abbondantemente sull’orlo di una crisi di nervi.
E l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha chiarito in Aula: «Le vicende della Finanziaria regionale si sono intersecate con le vicende della Finanziaria nazionale. Grazie alla pubblicazione della Legge di stabilità nazionale abbiamo potuto ripianare il miliardo e 600 milioni del disavanzo complessivo spalmandolo in 30 anni, così come abbiamo fatto con il bilancio che questa aula ha approvato nel suo articolato. L’articolo 7 della Finanziaria che l’Aula ha bocciato non ci obbliga a riscrivere la manovra: mi sono confrontato con gli uffici e col ragioniere generale e l’articolazione nel trentennio è assolutamente consolidata».
L’emendamento finale invece a cui il governo ha affidato il compito di riscrivere tutto il finale di questa storia complicata, è quello con il quale si dovrebbe suddividere nell’arco dei 30 anni l’intero ammontare del disavanzo. Se però Roma non dà il via libera per la parte in cui autorizza con norma la soluzione il bilancio della Regione si troverebbe alle prese con un accantonamento negativo.
La lunga notte della Finanziaria all’Ars è andata avanti a oltranza. Bocciata la proposta del capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo: «Chiedo di approvare gli ultimi due articoli e di andare al voto finale, sia su Bilancio, che è il vero strumento di governo, e sulla Finanziaria, che tanto è davvero leggera. Poi passiamo al Collegato». Ma le opposizioni sono insorte: no da Luca Sammartino (Pd)e da Francesco Cappello (M5S).
E così è andata avanti, fino alle ore piccole, una seduta iniziata – e poi subito rinviata – con le parole del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè: «La finanziaria deve essere fatta entro stanotte o non si fa più».
Subito dopo l’avvio della seduta è stato approvato l’articolo 9 con alcuni emendamenti che hanno ottenuto parere favorevole del governo. Approvato l’articolo 9. Via libera, quindi, alla norma su Riscossione Sicilia. Dopo una sospensione l’articolo 22 “Disposizioni per il personale del Consorzio per le autostrade siciliane”. È stato riscritto dalla Commissione con un emendamento. Poi l’assessore Marco Falcone Falcone però, di fronte alle perplessità del Parlamento regionale, chiede di stralciare la norma, «proprio per la sua importanza», e di rimandarla al Collegato. Stessa sorte per l’articolo 23 “Trattamento economico dipendenti Istituti autonomi case popolari”: ritirato da Falcone. Bocciato, invece articolo 24 “Prestazioni specialistiche a favore di cittadini residenti in altre regioni”, dopo uno scontro in aula fra l’assessore Ruggero Razza e i deputati del M5S. Poco prima di mezzanotte, invece, sono passati l’articolo 30 sulla stabilizzazione dei precari e 32 “Disposizioni in materia di demanio marittimo”.