Le società partecipate della Regione rischiano di non poter fare nuove assunzioni. Nel testo che la presidenza dell’Ars ha trasmesso sabato sera alla commissione Bilancio, infatti, sono state eliminate due norme fondamentali della manovra che sta portando avanti il governo Musumeci: le assunzioni nelle aziende controllate dalla Regione e la parte che riguarda i dipendenti delle opere pie. Saltano anche la misura che estende la possibilità di assunzione alla Regione Siciliana ai parenti delle vittime di mafia uccise fuori dai confini regionali, il diritto di prelazione per i concessionari di beni demaniali che li acquistano, la riforma del Consiglio dei beni culturali e un elenco di altre riforme relativa all’urbanistica.
Il nodo delle assunzioni nelle società partecipate, però, è una questione fondamentale, perché si parla di circa 700 persone da immettere per far ripartire aziende che in questi anni hanno registrato una serie di fuoriuscite e pensionamenti. «Gli uffici hanno cancellato quella parte su disposizione del presidente dell’Ars – dice Riccardo Savona, presidente della commissione bilancio – tra l’altro non occorreva la copertura finanziaria perché si tratta di immissioni dovute per lo più al pensionamento dei dipendenti. Le aziende hanno necessità di ripartire anche con questo nuovo personale è un settore che attende da anni nuova linfa. Penso che in Aula si potrà apportare il correttivo, parleremo con il presidente dell’Ars e mi auguro che comprenda la necessità».
Domani era in programma una riunione di commissione, «ma manca il parere dei revisori dei conti per cui slitterà almeno di 24 ore», assicura Savona. Il testo della legge di stabilità, una volta acquisito il parere dei revisori, andrà nelle commissioni di merito e poi tornerà tutto alla commissione bilancio, quindi verrà dato il termine per la presentazione degli emendamenti, che successivamente saranno valutati e infine il testo definitivo approderà in Aula. I tempi si fanno sempre più stretti perché il termine ultimo è il 30 aprile.