Notizie Locali


SEZIONI
Catania 13°

OMOTRANSFOBIA

Settimana cruciale per il ddl Zan, Lega e Italia Viva contro Letta

Matteo Salvini e Matteo Renzi continuano a insistere sulla modifica del testo

Di Michela Suglia |

Invocano il dialogo fino all’ultimo secondo. Ma continuano a battagliare attaccando Enrico Letta e la parte più intransigente del Pd, specie dopo che il segretario dem ha rifiutato di incontrare il leader della Lega. A tenere alto lo scontro sul disegno di legge Zan sono i due Matteo, da un lato Salvini e dall’altro Renzi. Entrambi ripetono il mantra della mediazione ancora possibile per modificare il testo. E’ necessaria anche dopo le richieste della Santa sede – ricorda la Lega – o per «rispetto del Parlamento» di cui mancherebbe il segretario Dem, denuncia il senatore Andrea Ostellari. Oppure come sollecita Italia viva, per arrivare a un patto che, una volta cambiati alcuni articoli, possa approvare la legge a breve nonostante il necessario ritorno alla Camera per l’ok definitivo.

Ma il tempo scorre e alla vigilia della settimana decisiva per il provvedimento contro l’omotransfobia al Senato, non c'è aria di tregua. Il Pd respinge le accuse come «propaganda» e tira dritto. 

La discussione ricomincia in Aula martedì pomeriggio, a mezzogiorno scade il termine per presentare gli emendamenti. Sul provvedimento incombe il rischio di un rinvio dell’esame a settembre: sempre più concreto, per via dei decreti legge in arrivo a partire da mercoledì e della pausa agostana di Palazzo Madama. Pesa inoltre il voto segreto, che potrebbe essere chiesto già sugli emendamenti. Dopo la discussione, li proporrà il centrodestra (la Lega in testa), ne annuncia uno il senatore del Partito socialista, Riccardo Nencini (sull'articolo 4, la cosiddetta "clausola salva-idee" perché «la libertà di espressione va difesa», spiega) e altri verranno dai senatori delle Autonomie più scettici. Italia viva annuncia che non ne presenterà, perché con «ottimismo» confida ancora in un’intesa. Lo dice Laura Garavini, numero due al Senato, forte del fatto che «sempre più colleghi nel Pd si stanno rendendo conto dei rischi sul ddl e spingono per modifiche e per un accordo blindato. E’ quanto mi risulta sia emerso nella riunione dei senatori Dem di giovedì scorso».

Ufficialmente riscontri dal Nazareno non ce ne sono. Non a caso Renzi bolla il suo ex partito come «il vero partito no Zan», altro che "l'ostruzionismo fatto per mesi della Lega», dice alla Stampa. Eppure l’ex premier non perde le speranze: «Faccio una proposta per sbloccare l’impasse: i capigruppo di maggioranza del Senato coinvolgano quelli della Camera, per stabilire assieme un cronoprogramma stringente – traccia la strada – Si approva la legge Zan con le modifiche concordabili e al tempo stesso alla Camera si impegnino subito a calendarizzare la terza e ultima lettura, il prima possibile».

In linea la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti (di Iv) che a Radio 24 prova a stanare i Dem sul fronte del riformismo: «Per un partito, che per sua vocazione vuole fare le riforme, è del tutto inspiegabile una posizione di arroccamento». E conclude: «I veri riformisti non si accontentano dell’'avremmo voluto farè, ma vogliono cambiare». 

Acerrimi nemici ma dalla stessa parte sul ddl Zan, i leghisti. Il giorno dopo il rifiuto di un confronto con Salvini (definito da Letta «non affidabile sul tema"), è Ostellari ad affondare il colpo. «Posso capire che Letta non valorizzi lo sforzo fatto per aprire una riflessione sul ddl Zan e sugli articoli problematici» premette il relatore del disegno di legge, ma «non posso tollerare che manchi di rispetto verso il Parlamento e le sue istituzioni, proprio mentre si candida per un seggio alla Camera». E taglia corto: La smetta di inventarsi delle scuse, risponda agli appelli e dimostri di essere interessato alle persone, non alle bandiere». A difesa di Letta la senatrice del M5s, Alessandra Maiorino: a Ostellari rinfaccia l'"ostruzionismo» fatto per mesi nella commissione Giustizia «impedendoci di esprimerci sulla calendarizzazione». E gli ricorda: «La democrazia non funziona a corrente alternata». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: