Segreteria Pd, Piccione vs Faraone ma non si esclude terzo incomodo…

Di Giuseppe Bianca / 20 Novembre 2018

PALERMO – È una vigilia corta e senza particolari scintille quella che separa il Pd siciliano dal giorno della verità. Oggi alle 20 è fissato il termine per la presentazione delle candidature a segretario regionale. L’ultima scadenza entro cui lanciare la sfida, l’ultima chance per chi deve trovare un accordo unitario.

In campo Davide Faraone, che oggi ha ufficializzato la sua candidatura con un post su Facebook: «Conosco – scrive il senatore – la Sicilia della luce e del lutto. Dei primi e degli ultimi. Voglio ripartire dalla mia terra. Mi candido alle primarie del Pd siciliano, insieme a tutti voi. #AvantiSicilia». L’ex sottosegretario già nei giorni scorsi aveva ostentato serenità postando anche una foto assieme alla figlia: «Lei dà gli ordini e io li eseguo. Fai la faccia rosa, la gonna arancione… disegnare per Sara in una domenica di relax». Ma chi saranno gli anti-Faraone?

Ieri il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo, parlando di Teresa Piccione, probabile sfidante del senatore palermitano, ha quasi sciolto la riserva: l’ex deputata franceschiniana «sta valutando di candidarsi alla segreteria regionale del Pd. Vuole prima conoscere l’opinione degli amministratori locali, dei circoli e di tanti cittadini. Molti in queste ore la stanno incoraggiando a candidarsi. Spero che accetti la sfida delle primarie per rilanciare il Pd in Sicilia. Ha tutte le qualità per riuscirci». In serata arriva la conferma ufficiale dalla diretta interessata: «Ho deciso di candidarmi», dice al termine di un ultimo incontro a Palermo. Ieri la lunga giornata di Piccione è trascorsa tra verifiche di consenso e confronti. Una fase di ascolto di circoli e amministratori locali che è servita come energizzante per sfidare il mondo renziano di Sicilia. Piccione punta a essere un «candidato del territorio e dei circoli, senza rinunciare all’importante anello di congiunzione con sindacati e volontariato».

Chi pare intenzionato a convergere sulla candidata zingarettiana è Antonio Ferrante, che si era detto pronto a scendere in campo a fianco della mozione Richetti. Adesso chiarisce: «Siamo stati tra quelli che in questi giorni hanno cercato di trovare una soluzione unitaria che andasse oltre il confronto con le correnti nazionali. Gli spiragli si stanno creando. Al di là del nome apprezzabile di Teresa Piccione, sta nascendo uno scenario importante. Serve un Pd che sia forte sui territori e autorevole rispetto al partito di Roma».

Stringata la dichiarazione di Antonio Rubino, chiamato in causa, tra i papabili candidati alla segreteria regionale per l’area che si riconosce in Maurizio Martina: «In merito alle ricostruzioni di queste ore ed essendo notorio che non ci manca la lingua per parlare autonomamente precisiamo che renderemo nota la nostra posizione solo quando l’avremo effettivamente assunta. Fino ad allora lavoreremo all’unità del Pd». Ma di certo c’è che il segretario uscente Fausto Raciti, per conto dei martiniani, nelle ultime 24 ore, ha incontrato sia Lupo e Piccione, sia Faraone.

Domani sapremo come finisce. Nei prossimi giorni si presenteranno poi le liste per eleggere i componenti dell’Assemblea regionale collegati al candidato segretario. Per regolamento se ci dovessero essere almeno quattro candidati, toccherà agli iscritti affinare, con il proprio voto, la platea ai primi tre che si affronterebbero a quel punto nei gazebo. Alle primarie invece occorrerà il 50% +1 dei consensi. Altrimenti l’assemblea eletta sarebbe chiamata a scegliere in un ballottaggio tra i primi due piazzati.

Intanto l’area Zingaretti prova a chiudere un accordo “pesante” sul nome dell’ex sindaco di Biancavilla, Pippo Glorioso, come prossimo segretario provinciale a Catania. Un’operazione portata avanti da Anthony Barbagallo, ma condivisa da una base di consensi allargata.

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Redazione
Tag: faraone Pd Sicilia pd siciliano piccione