ROMA, 28 APR – “Nella tv italiana regna il pensiero
unico e la parola pace è bandita. In ogni circostanza si rinvia
alla necessità di usare le armi”. Michele Santoro alza una voce
di protesta contro l’informazione sulla guerra in Ucraina e gli
interventi della Commissione di Vigilanza sui talk show e, in
un’intervista con l’ANSA, lancia l’evento “Pace proibita”, in
programma lunedì al Teatro Ghione a Roma con tanti volti
dell’attivismo e dello spettacolo, come Cecilia Strada, Tomaso
Montanari, Fiorella Mannoia, Elio Germano e Sabina Guzzanti. La
trasmissione sarà visibile sul satellite su Sky (canale 510) e
sul digitale su Telenorba, verrà trasmessa da Radio Popolare e
in streaming dai canali social degli organizzatori, con milioni
di follower.
In merito ai paletti che la Commissione di Vigilanza vuole
mettere ai talk, Santoro afferma che “ci sono deputati del Pd,
che non sarebbero eletti in nessuna elezione in cui si potessero
votare liberamente i candidati, che ritengono che serva
un’autorizzazione su chi invitare”. “Ma un’autorizzazione di
chi? Del Minculpop? – afferma -. Dove erano quando lottavo
contro gli editti di Berlusconi? Mi fanno quasi pentire di aver
fatto quelle battaglie”.
Sull’opportunità di intervistare giornalisti russi in tv,
secondo Santoro non si tratta di una valutazione che possono
fare i membri della Vigilanza. “Se sento la necessità di
intervistare un giornalista russo, e potrei non sentirla, è
chiaro che lo ascolto e contemporaneamente uso le parole che ha
detto per spiegare il contesto – sottolinea -. Non trovo
corretto ospitarlo e poi prenderlo a schiaffi. Se devi
etichettarlo come esponente del regime, meglio non invitarlo…
ma non me lo deve dire un deputato Pd, che non può impormi un
codice che mi costringe a passare dal Minculpop”.