Sanità, il centrodestra trova la quadra: nominati i cinque direttori mancanti

Di Mario Barresi / 31 Agosto 2024

La politica dispone, i manager eseguono. Come da classico copione, si sono sbloccati i cinque vertici di Asp e aziende ospedaliere catanesi in sospeso. I ras locali del centrodestra hanno trovato – pur con un residuo di mal di pancia e di vendette in sospeso – la quadra nelle ultime ore, dopo vertici di partito (decisivo è quello di Fratelli d’Italia nella villa di Ignazio La Russa a Ragalna) e confronti incrociati. E così, dopo mesi di stallo, i direttori generali, armonici e simultanei come in una figura di nuoto sincronizzato, hanno firmato (o stanno per farlo) i decreti di nomina, rispettando l’ultimo ultimatum: il 2 settembre.

In barba all’ipocrita ritornello – ispirato dalla paura che le intromissioni della politica, raccontate da giornali e siti, possano diventare una notizia di reato per Procure a dire il vero assuefatte dalla prassi consolidata – che le nomine «effettuate tra soggetti di acclarata competenza e professionalità, sono competenza esclusiva dei manager – come ha precisato lo stesso Renato Schifani – nell’ambito dell’autonomia e delle prerogative assegnate loro dalla legge».

Non è così, non lo è stato mai. Né stavolta, al netto dei curricula, in alcuni casi prestigiosi. A ogni casella che sarà riempita ufficialmente nei prossimi giorni corrisponde la “nomination” di un partito (o di un big etneo) del centrodestra, con più di un deluso. Il tutto in un complicatissimo puzzle nel quale il segretario particolare del governatore, Marcello Caruso, anche in veste di commissario regionale di Forza Italia, con il prezioso aiuto del potente dirigente dell’assessorato, Salvatore Iacolino, ha dovuto incastrare la “lista della spesa” degli alleati in ogni provincia.

La direttrice amministrativa

I nominati. eccoli. All’Asp il conteso ruolo di direttore amministrativo va a un nome a sorpresa: Tamara Civello. Chi è costei? Iblea, under 50, dirigente non generale dell’assessorato alla Salute, ultimo incarico da dirigente amministrativo a Modica. Esperta di bilanci, molto amica dell’ex dirigente Letizia Di Liberti, viene indicata come una «una tecnica fortemente caldeggiata dall’assessorato e dalla presidenza». Come va di moda ultimamente a Palermo dentro Forza Italia.

E infatti prende un posto che, dopo essere stato negato agli autonomisti (che spingevano per Sabrina Cillia, già braccio destro di Ciccio Iudica, cognato di di Raffaele Lombardo, all’Asp di Enna), sembrava destinato, fino alla tarda mattinata di ieri, a un’altra donna di area forzista: Maddalena Samperi, con l’imprimatur di Iacolino e il gradimento locale del deputato regionale forzista Salvo Tomarchio. Nel pomeriggio, però, qualcosa è cambiato. E i pochi a conoscenza dello switch hanno già chiamato Civello per farle le congratulazioni.

I direttori sanitari

Anche il titolare dell’altro posto di vertice all’Asp è cambiato rispetto agli assetti di qualche settimana fa: il nuovo direttore sanitario sarà infatti Giuseppe Reina. Lo stimato primario di Malattie infettive è uno dei risultati del cambio di passo di FdI, che, dopo aver concordato la linea sulle nomine sanitarie (e non solo) nel vertice da La Russa, ha battuto i pugni sul tavolo con gli alleati.

E così, oltre a Reina (per il quale s’è speso molto il deputato regionale Giuseppe Zitelli, per conto dell’ala musumeciana dell’eurodeputato Ruggero Razza), i Fratelli di Catania strappano anche l’altro ambito posto libero al Garibaldi: il nuovo direttore sanitario sarà Mauro Sapienza, apprezzato primario di Medicina interna a Enna, per la gioia del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.

La partita del Cannizzaro

Infine, il Cannizzaro: Monica Castro, dirigente del Policlinico (apprezzata dalla Lega di Luca Sammartino) è il nuovo vertice amministrativo, con la conferma di Diana Cinà a direttrice sanitaria spinta dall’eurodeputato e coordinatore forzista etneo Marco Falcone.

Vincitori e vinti?

Vincitori e vinti? A conti fatti emerge l’efficacia della prova muscolare di FdI che recupera posizioni importanti, e la conferma delle leadership locali di Lega e Forza Italia (in cui Nicola D’Agostino è rimasto fuori dai radar), mentre a bocca asciutta resta l’Mpa di Lombardo? Una “punizione” presidenziale per le recenti mosse regionali (a partire dall’accoglienza a Gianfranco Miccichè) o un credito politico da scontare nel prossimo giro di nomine? In palio fra poco ci sarà la direzione amministrativa del Garibaldi (Giovanni Annino andrà in pensione l’anno prossimo), ma il posto più pregiato è quello di Gaetano Sirna, manager 71enne del Policlinico in scadenza (dopo una serie di proroghe da Guinnes dei primati) a fine 2025. E lì si riapriranno i giochi con le possibili compensazioni.

Questo è il quadro. Che alla fine è in gran parte diverso dalle scelte che avrebbero fatto i direttori generali: all’Asp Giuseppe Laganga Senzio avrebbe voluto magari onorare il debito di riconoscenza nei confronti di Nino Rapisarda (sostituto nei mesi di vacatio per i guai giudiziari), confermandolo al suo fianco; al Garibaldi Giuseppe Giammanco stava sondando un nome di alto profilo in Sicilia occidentale; al Cannizzaro Salvo Giuffrida non era proprio convinto di confermare Cinà. E invece tutti hanno dovuto obbedire ai partiti che li avevano nominati.

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Pubblicato da:
Luisa Santangelo
Tag: direttore sanitario forza italia Ignazio La Russa nomine sanità raffaele lombardo Renato schifani