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Salvini torna sul caso Open Arms: «Nessuna intenzione di patteggiare o dimettermi»

«Ritengo fosse il mio dovere difendere i confini» ha detto il ministro su Radio Radio

Di Redazione |

Il ministro Matteo Salvini torna sul caso Open Arms: «Se mi assolvono continuo a fare il mio lavoro, se venissi condannato lo ritengo profondamente ingiusto, troveremo altri che ci danno ragione. Non ho nessuna intenzione patteggiare, mediare o dimettermi, ritengo fosse il mio dovere difendere i confini».Queste le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti commentando, su Radio Radio, la richiesta di condanna a sei anni nell’ambito del processo per il blocco imposto allo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave della Ong.

Salvini, riferendosi al momento in cui ha saputo della richiesta di condanna, ha detto «era sabato pomeriggio. La cosa che mi ha colpito, nel momento in cui mi sono subito preoccupato, è stato spiegarlo a mia figlia perché ero con lei, e spiegarle al rientro classe lunedì che suo papà non rischiava di finire in carcere dalla sera alla mattina».Riferendosi al recente caso di patteggiamento dell’ex governatore della Liguria Giovanni Toti, Salvini ha poi aggiunto «mi chiedo come sia possibile che uno stupratore, pedofilo, massacratore di bambini possa avere due anni di richiesta di pena, e un ministro dell’Interno che ha chiesto votatemi per ridurre morti, sbarchi, arrivi col contrasto ai trafficanti» veda una richiesta di condanna a sei anni.Forse – ha aggiunto Salvini – altri «non sono a processo perché non sono della Lega, di destra. Se strizzi l’occhio a sinistra in Italia ti è permesso qualcosa in più».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA