«Una cosa non esclude l’altra, sono 50 anni che i siciliani si sentono dire non spendiamo i soldi per il ponte perché prima bisogna fare tutto il resto, da 50 anni i siciliani non hanno il ponte e non hanno tutto il resto». Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time alla Camera, rispondendo ad una domanda circa la correlazione tra gli investimenti destinati al Ponte sullo stretto e quelli per le infrastrutture idriche.
Intanto, l’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, «rassicura» che l’Italia non rischia alcuna procedura di infrazione europea per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. «Il rispetto dell’articolo 72 della direttiva Ue appalti riguardante il limite del 50% della crescita del costo – spiega Ciucci – è espressamente richiamato dal decreto-legge 35 “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria” che ha riattivato il progetto. Come risulterà nell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario, in corso, le disposizioni saranno rispettate. In ogni caso la crescita del valore dell’investimento non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei costi dei materiali da costruzione registrato negli ultimi anni».
Il comitato cittadino messinese «Invece del ponte» ha annunciato di aver presentato alla direzione generale del Mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi della Commissione Europea una richiesta «per valutare l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea a carico dell’Italia sull’appalto per la progettazione e costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina».