PALERMO – Il governo Musumeci ha deciso di porre fine alla gestione straordinaria nelle Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti, restituendo competenze e responsabilità agli enti locali. «Il processo di rendere l’Isola una regione normale – dice il presidente della Regione Nello Musumeci – prosegue incessantemente, anche a rischio di adottare provvedimenti impopolari. Il mio Governo su questo aspetto non farà un passo indietro». Il problema – dice una nota della Regione – riguarda quattro province, dove sei Srr non hanno ancora definito il transito dei lavoratori o degli impianti: «Agrigento Provincia ovest» e «Agrigento Provincia est», «Messina Area metropolitana», «Palermo Area metropolitana», «Palermo Provincia est» e «Ragusa Provincia».
In questi territori, dal primo aprile, non sarà più operativa la figura del commissario straordinario e per questo si rischiavano gravi problemi. Il governo regionale ha provveduto a evitare disagi fornendo, ai Comuni inadempienti, tutte le indicazioni utili per assicurare la continuità delle prestazioni, in attesa che si completi il pieno passaggio delle funzioni alle Srr previsto da una legge del 2010. Il dipartimento Acqua e rifiuti è in contatto continuo con le ex Province e i Comuni. Quasi tutti i sindaci metropolitani, i sindaci e i commissari dei Liberi consorzi sono in prima linea per applicare la direttiva della Regione. Proprio in queste ore, infatti, i primi cittadini stanno lavorando con grande impegno per preparare le ordinanze, contingibili e urgenti, necessarie ad arginare ogni possibile crisi della gestione dei rifiuti in Sicilia.
«Procedendo così – continua Musumeci – l’emergenza sarà evitata. E questo grazie anche a quei tanti sindaci che hanno capito che la musica è cambiata e collaborano con la Regione. Per troppi anni, decenni in realtà, chi sarebbe dovuto intervenire si è girato dall’altra parte. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. In dodici mesi, insieme all’assessore Alberto Pierobon, al dirigente generale del dipartimento Salvo Cocina e al consulente Aurelio Angelini, abbiamo impresso una marcia forzata. Il primo Piano ordinario dei rifiuti, che servirà a sbloccare 180 milioni di euro di fondi europei, è una realtà, così come lo sarà a brevissimo la legge in materia che ridisegna competenze e responsabilità tra Regione ed enti locali».
«Nel frattempo – conclude – grazie all’azione incessante del Governo e alla collaborazione di molti sindaci, la raccolta differenziata è cresciuta, in appena un anno, dal 20 al 35 per cento. E se non fosse per la bassissima percentuale delle tre Città metropolitane saremmo ben oltre il 50 per cento. Solo proseguendo così potremo uscire definitivamente dall’emergenza e lasciarci alle spalle questo triste ricordo».
Fin qui le parole di Musumeci, che però si scontrano con la realtà dei fatti. Basta dare un’occhiata alle segnalazioni dei cittadini nella nostra sezione “Lo dico a La Sicilia” per rendersi conto che circa il 90 per cento delle indicazioni dei siciliani riguarda problemi legati ai rifiuti. Discariche abusive, raccolta differenziata inesistente o mal funzionante, strade sporche, cassonetti stracolmi, rifiuti non raccolti a fronte di bollette Tari esorbitanti, rifiuti ingombranti abbandonati, luoghi storici deturpati dall’immondizia e chi più ne ha più ne metta. Ed è così ogni giorno. Email e whatsapp della nostra redazione vengono inondati quotidianamente da segnalazioni che riguardano la gestione dei rifiuti in Sicilia. Quindi, dispiace dirlo, ma non si vede quasi per nulla quel «processo per rendere l’Isola una regione normale» di cui parla il governatore.
Solo due giorni fa lo stesso Musumeci dall’EcoForum di Palermo aveva invece detto che «in Sicilia, per risolvere definitivamente il problema legato allo smaltimento dei rifiuti, c’è assolutamente bisogno di una nuova coscienza civica. Le istituzioni potranno fare sforzi immani, al limite del miracolo, ma se nel cittadino manca la consapevolezza di una vera, profonda cultura ambientale la battaglia non potrà mai essere vinta».
Ecco, questo sì che è vero. Se non cambia la mentalità degli utenti, lo sforzo delle istituzioni corre il rischio di diventare inutile. Quindi forse sarebbe il caso di unire a questo sforzo “incessante”, maggiore vigilanza, multe salate e una serie e capillare campagna di sensibilizzazione che mira a cambiare la mentalità delle gente, di quelli che abbandonano i rifiuti per strada deturpando una delle regioni più belle d’Italia.