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Riciclati, dossier e spy story MS5, l'”euro-faida” siciliana

Di Mario Barresi |

Catania. Sta per cominciare una radiosa primavera di speranza, per gli aspiranti candidati siciliani del M5S alle Europee. Il vento dei sondaggi sarà pure cambiato, ma nella circoscrizione Isole i grillini puntano a tre posti nell’autobus che porta a Bruxelles.

Come vincere alla lotteria. Ma bisogna avere comprato il biglietto. Online, naturalmente: con la proposta di candidatura sulla piattaforma Rousseau. Ne sono piovute oltre 300 (appena il 16% sono donne) dagli attivisti siciliani. La griglia di partenza, ufficialmente, è top secret. Ma, fra spifferi giornalistici e auto-promozioni sui social, sono decine i nomi che circolano già da settimane. Il più scontato è quello dell’uscente Ignazio Corrao, blindato dai “colonnelli” pentastellati siciliani: quasi tutto il gruppo dell’Ars (compreso qualche deputato della nuova guardia, costretto a turarsi il naso) sta con il super favorito, che ha smaltito anche qualche tossina residua nel rapporto con Giancarlo Cancelleri. Del resto, il portavoce alcamese è fra i fedelissimi del “Gigio Magico” di Di Maio. Corrao si sente forte. E lo è. Tanto da confessare ai suoi un’aspirazione: «Battere il record storico di preferenze alle Europee in Sicilia».

Chi sono i suoi competitor? Uno dei più quotati è catanese: l’ex volto de “Le Iene”, Dino Giarrusso. Un neofita del culto grillino (lasciò la tv per candidarsi, senza successo, alle ultime Politiche in Lazio), che però porta in dote un suo consenso personale per la notorietà extra-meetup. Poco in sintonia con i vertici siciliani – lui che negli ultimi anni ha lavorato e vissuto a Roma – Giarrusso viene considerato «un alieno che divide». Ma anche uno dei più temibili avversari del candidato “istituzionale”. Non a caso su di lui (che sotto il Vulcano è stimato dall’iper-dimaiana Nunzia Catalfo tanto quanto dall’ortodosso fichiano Santi Cappellani) sono scattate le prime soffiate. Non soltanto sull’attività di “prezzemolino” in televisione («non è un portavoce, perché va a rappresentarci in televisione?») arrivate ai guru della comunicazione M5s, che negli ultimi giorni hanno costretto Giarrusso a cancellare qualche impegno. Ma la macchina del fango va oltre. In un’apposita sezione di Rousseau qualche «manina», per citare il capo politico, ha cliccato “invia” su una «segnalazione di irregolarità» sui requisiti dell’ex “Iena”: non si sarebbe dimesso, entro il 25 febbraio, dal ruolo di consulente del sottosegretario all’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Sarà davvero così?

Sarebbe però corretta la posizione di Giarrusso, che – regolamento alla mano – non dovrebbe ricadere nell’incompatibilità. Su questo punto il regolamento è chiaro: chiunque abbia in corso contratti di collaborazione o di lavoro subordinato con portavoce del M5S , dovrà eventualmente fornire una lettera di dimissioni all’atto della candidatura, pena l’esclusione». Ma c’è anche un risvolto della medaglia: il nuovo regolamento che introduce lo strumento “segnalazioni” sul portale prevede un contrappasso per gli “spioni” di Rousseau: le segnalazioni «non supportate da adeguati riscontri oggettivi, assimilabili a “intento persecutorio” nei confronti del segnalato», possono portare all’apertura di una «procedura disciplinare a carico del segnalatore», si legge nel regolamento.

Nemmeno un altro forte concorrente è un “purosangue” grillino. E anche sull’agrigentino Alessandro Cacciato si addensa molto più di un chiacchiericcio. Giovane dipendente della Camera di Commercio, ma soprattutto guru di startup e innovazione incoronato da Wired e molto apprezzato anche da Beppe Grillo e da Davide Casaleggio (che l’ha voluto protagonista di ben due eventi del recente “Villaggio Rousseau” a Milano), l’aspirante eurodeputato ha un precedente politico piuttosto imbarazzante per i canoni del puritanesimo pentastellato: fu candidato, nel 2012, alle elezioni comunali di Agrigento con la lista “Grande Sud” di Gianfranco Miccichè, autentico “anticristo” per icinquestelle. All’epoca non si schierò contro il M5S (che non aveva lista) e prese 57 voti nella lista del candidato sindaco Salvatore Pennica. Un peccato di gioventù che può essere perdonato?Chi una remissione, per una colpa analoga, sembra averla già incassata è Marco Trapanese, lanciatissimo euro-aspirante di Palermo. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che l’apprezzato docente universitario sia stato già “supplente” al plurinominale del Senato alle elezioni del 2018. Nonostante quella macchia sul curriculum: 2010 fu in corsa per la segreteria provinciale del Pd con l’area dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. Uno sbaglio di gioventù che non sbarrerebbe la strada alla candidatura. Contro la quale, però, si addensano altri veleni. Finiti regolarmente nel cassonetto della raccolta differenziata delle denunce su Rousseau. Con tanto di file audio (che La Sicilia ha avuto modo di ascoltare) in cui un collaboratore, a nome di Trapanese, chiama un attivista e gli rivela che «a Palermo stanno spingendo tutti: Giuseppe Chiazzese, Steni Di Piazza, Adriano Varrica…». Il sostegno aperto dei big cittadini sarebbe borderline, ma nella telefonata spunta anche l’ipotesi di una “cordata” (severamente vietata dalle regole del M5S) con altri aspiranti candidati alle Europee. Compresa Daniela Morfino, che «sta stringendo con Marco, lo chiama cinque volte al giorno» nonostante le ritrosie di Trapanese. Si tratta di una storica attivista di Marineo, già protagonista di un giallo alle ultime parlamentarie. «Sono stata esclusa dalle liste e nessuno mi sa dire perché», sbottò invocando risposte da Di Maio, Cancelleri e Corrao. Dal quartier generale del movimento si parlò di una generica «inidoneità».

Ma, nell’audio incriminato, il collaboratore di Trapanese fa un altro esplicito riferimento: «Lui stava andando a Catania, dove c’è una donna molto forte. Mi hanno fatto nome e cognome, ma non ricordo. Dice che a Catania è portata forte. Stanno facendo lo scambio: lui a Palermo fa votare in modo massiccio questa di Catania e lei a sua volta fa votare per Marco».Sull’identikit della presunta “alleata” soltanto congetture, alimentate da qualche selfie al “Villaggio” milanese di Casaleggio. Del resto, oltre al già citato Giarrusso, a Catania le candidature sotto i riflettori sono soprattutto due. La principale è quella dell’avvocato Matilde Montaudo, adorata da gran parte dei meetup locali e stimata dal senatore Mario Giarrusso, aspirante candidata sindaco sconfitta al fotofinish. Montaudo va fortissimo fra gli attivisti del Catanese, così come un’altra outsider di rango: Clementina Iuppa, anch’essa avvocato, ex collaboratrice all’Ars di Angela Foti e cognata dell’ex amministratore di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. In provincia è quotata la proposta di Sergio Mastrilli, attivo attivista di Mineo.Fuori dal triangolo Alcamo-Palermo-Catania, piovono altri aspiranti. Alcuni anche con “promozione” su Facebook non proprio a norma. Qualche nome di peso? Nel Siracusano ci sarebbero tre favoriti: Costantino Messina (compagno della deputata agrigentina Rosalba Cimino, in un sodalizio benefico fra amore e politica), lo scienziato «non in fuga» Cristian Randieri e l’eurofunzionario di Rosolini, Turi Magazzù, quest’ultimo tutt’altro che sgradito a Cancelleri; dal piccolo centro di Buscemi si lancia Flavia Dipietro. Poche indiscrezioni da Ragusa, dove l’annunciato ritorno in campo dell’ex sindaco Federico Piccitto sembra essere rientrato all’ultimo. A Messina ha svelato di essere in lizza Salvatore Alfonso Germanà, anima del meetup “Cuore dei Nebrodi” di Caronia. A Enna spazio ai giovani: in “pole” Luca Cino (architetto, organizzatore del “Buskers Fest”) e Marcella Randazzo (farmacista di Nicosia). Anche nel Nisseno si fa spazio un volto nuovo (ma non nuovissimo, perché più volte candidata a tutto): Antonella Corrado, attivista di Sommatino. Ma la proposta più competitiva della Sicilia centrale è Antonella Di Prima, ingegnere di Sciacca, già mancata eurodeputata per un soffio nel 2014, quando totalizzò 62.204 preferenze. Non a caso, adesso, le malelingue grilline ricordano i suoi post di «disprezzo, ironia e distanza» nei confonti del M5S in questi ultimi cinque anni. Uno vale uno. Anche per farsi nemici, quando in palio c’è un ambito seggio a Bruxelles.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA